Il giudice di Napoli Primavera ha dichiarato la propria incompetenza a decidere sulla scarcerazione dell'imprenditore arrestato nell'ambito dell'indagine sul presunto ricatto a Berlusconi. Nei prossimi giorni le carte arriveranno ai pm della Capitale
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L'inchiesta sul presunto ricatto a Silvio Berlusconi commesso da Gianpaolo Tarantini passerà dalla Procura di Napoli a quella di Roma.
Il gip presso il Tribunale partenopeo Amelia Primavera si è dichiarata infatti non competente a decidere sulla scarcerazione dell'imprenditore.
Alla base delle decisioni prese dal gip, ci sarebbero le dichiarazioni rese nei giorni scorsi da Marinella Brambilla, la segretaria di Silvio Berlusconi, presunta vittima di un ricatto perpetrato dallo stesso Tarantini, dalla moglie Angela Devenuto e dal latitante Valter Lavitola.
I tre sono accusati di aver estorto a Berlusconi circa 750mila euro. Per la Brambilla infatti le somme di denaro sarebbero state versate a Roma. Per questo motivo la Procura della capitale sarebbe competente territorialmente per l'indagine.
"Avevamo presentato una memoria alla Procura di Napoli per chiedere che la competenza fosse trasferita a Roma - ha detto Niccolò Ghedini, legale del presidente del Consiglio - Ora vediamo che il gip prende questa decisione, tra l'altro ritenendo credibili le dichiarazioni del presidente Berlusconi contenute nella memoria. Siamo quindi soddisfatti di questa decisione e se i pm di Roma riterranno di voler sentire il presidente, ovviamente è a disposizione".
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