Sul social network impazza, raccogliendo commenti tra l'nfuriato e il sarcastico, la lista con i prezzi del ristorante della Camera alta: pesce a tre euro, un primo a poco meno di due euro
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Un filetto di orata in crosta di patate? Cinque euro e ventitre centesimi. Uno spada alla griglia? Solo tre euro e cinquantacinuqe. E se uno vuole accontentarsi solo del primo se la cava con un bel piatto di spaghetti alle alici a un euro e sessanta. Questi, invidiabili, prezzi però non sono alla portata di tutte le tasche. Sono quelli riservati ai senatori della Repubblica nel loro ristorante di Palazzo Madama. In pieno clima di crisi economica e sentimenti di antipolitica l'immagine del menù (qui sopra) è diventato il più recente tormentone su Facebook.
A pubblicare per primo quest'immagine è stato, il 25 luglio scorso, il settimanale l'Espresso, grazie all'aiuto del Senatore dell'Idv Carlo Monai che in un'inchiesta di alcune puntate ha raccontato i privilegi della camera alta. L'articolo era stato poi rilanciato in rete dal caporedattore del settimanale Alessandro Gilioli, sul suo seguitissimo blog Piovono Rane. Seguendo poi i misteriosi tempi della rete la notizia è rimasta "in sonno" per circa un mese, prima di venire rilanciata da alcuni gruppi su Facebook e da qui esplodere come fenomeno virale attraverso il social network.
Quasi a voler rispondere al popolo del web, l'ufficio stampa del Senato informa che per il ristorante interno di Palazzo Madama ci sono rincari in vista. Il Senato spiega che "in sede di approvazione del bilancio interno è stato approvato un ordine del giorno specifico (G100) che intende porre a carico degli utenti del ristorante del Senato il costo effettivo dei pasti consumati". Ed è ancora l'Ufficio stampa del Senato a rendere noto inoltre che "il presidente del Senato, Renato Schifani, ha già invitato i senatori Questori ad assumere nel più breve tempo possibile tutte le necessarie iniziative e decisioni".
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