Un turista tedesco era stato ricoverato all’ospedale di Merano. Si sospettava che fosse il primo caso nel nostro Paese di Escherichia Coli. Il ministro della Salute Fazio: “Controlli rafforzati, ma la nostra verdura è sicura”. VIDEO
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Il batterio killer, che ha finora ucciso 19 persone in Germania e una in Svezia, continua a far paura anche in Italia, alimentando soprattutto la diffidenza tra i consumatori.
Anche se non sono mancati gli appelli degli esperti contro la psicosi, sabato 4 giugno si è avuto un primo falso allarme, a Merano, di un turista tedesco ricoverato per una grave forma di diarrea dovuta a un agente patogeno diverso e non pericoloso.
Escluso anche a Firenze il batterio killer per la morte di una donna di 62 anni, poco dopo che le era stata diagnosticata una gastroenterite.
Negativi anche i primi riscontri, nelle principali città italiane, nei 118 sull'epidemia: nessun aumento di chiamate e nessun caso particolare legato al batterio killer.
25 milioni di euro di perdite - Le prime "vittime", per così dire, si registrano invece tra i banchi dei mercati e dei supermercati, dove se non la psicosi, per lo meno la 'prudenza', spinge i consumatori a limitare gli acquisti di frutta e verdura, nonostante le rassicurazioni, degli esperti, non solo sui cetrioli.
Anche gli esami sul prosciutto di cervo in Toscana, fatti in seguito ad un'allerta comunitaria inviata dall'Austria, sono risultati negativi, secondo quanto ha detto il Ministero della Salute.
La Coldiretti stima in 25 milioni il costo finora subito dal Made in Italy per la 'psicosi', e chiede all'Italia di rivolgersi alle autorità europee per i risarcimenti. Secondo l'organizzazione agricola l'incertezza "sta avendo effetti devastanti, poiché oltre un cittadino europeo su tre (35%) evita di acquistare per un certo periodo i prodotti di cui ha sentito parlare".
Falsi allarmi in Italia - Non contribuiscono a rassicurare i consumatori le notizie, per altro subito smentite, dei casi sospetti in Italia. Il primo falso allarme riguarda un turista tedesco che si era rivolto ad un ospedale, a Merano, per una grave diarrea.
Le analisi poi hanno escluso che si trattasse del batterio killer. Ed è stata subito smentita l'ipotesi di un legame con il batterio della morte di una donna di 62 anni, a Firenze, poche dopo che la guardia medica le aveva diagnosticata una gastroenterite.
Il pm ha perciò disposto l'autopsia per appurare eventuali profili di colpa. La paura, comunque, spinge i consumatori a limitare gli acquisti di frutta e verdura e a Treviso il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha fatto preparare un'insalata da 600 kg, composta per il 50% da cetrioli, per esorcizzare la psicosi da E. Coli.
Fazio: "La nostra verdura è sicura" - Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha chiesto alla Germania di fare indagini specifiche sulle forme di confezionamento, perché la modalità di diffusione del batterio "sembrerebbe più trasversale", piuttosto che "riferita a un singolo alimento".
"Se prima o poi - ha aggiunto Fazio - ci sarà un italiano che è stato nella zona di Amburgo e che ha avuto la malattia non ci dovremo stupire; perché la malattia è circoscritta a una zona, come già avvenuto con altre patologie in passato".
In ogni caso, il ministro ha voluto ribadire che "i nostri cibi e le nostre verdure sono assolutamente sicure, bisogna però lavarle sempre. Comunque non abbiamo problemi, la nostra sanità è sotto controllo, e le nostre strutture sono allertate".
All'origine del batterio killer, ha concluso Fazio, "non c'è una mutazione, ma una normale ricombinazione tra batteri, che produce forme nuove più tossiche, e per le quali noi abbiamo meno anticorpi per affrontarle".
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Il batterio killer, che ha finora ucciso 19 persone in Germania e una in Svezia, continua a far paura anche in Italia, alimentando soprattutto la diffidenza tra i consumatori.
Anche se non sono mancati gli appelli degli esperti contro la psicosi, sabato 4 giugno si è avuto un primo falso allarme, a Merano, di un turista tedesco ricoverato per una grave forma di diarrea dovuta a un agente patogeno diverso e non pericoloso.
Escluso anche a Firenze il batterio killer per la morte di una donna di 62 anni, poco dopo che le era stata diagnosticata una gastroenterite.
Negativi anche i primi riscontri, nelle principali città italiane, nei 118 sull'epidemia: nessun aumento di chiamate e nessun caso particolare legato al batterio killer.
25 milioni di euro di perdite - Le prime "vittime", per così dire, si registrano invece tra i banchi dei mercati e dei supermercati, dove se non la psicosi, per lo meno la 'prudenza', spinge i consumatori a limitare gli acquisti di frutta e verdura, nonostante le rassicurazioni, degli esperti, non solo sui cetrioli.
Anche gli esami sul prosciutto di cervo in Toscana, fatti in seguito ad un'allerta comunitaria inviata dall'Austria, sono risultati negativi, secondo quanto ha detto il Ministero della Salute.
La Coldiretti stima in 25 milioni il costo finora subito dal Made in Italy per la 'psicosi', e chiede all'Italia di rivolgersi alle autorità europee per i risarcimenti. Secondo l'organizzazione agricola l'incertezza "sta avendo effetti devastanti, poiché oltre un cittadino europeo su tre (35%) evita di acquistare per un certo periodo i prodotti di cui ha sentito parlare".
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"Se prima o poi - ha aggiunto Fazio - ci sarà un italiano che è stato nella zona di Amburgo e che ha avuto la malattia non ci dovremo stupire; perché la malattia è circoscritta a una zona, come già avvenuto con altre patologie in passato".
In ogni caso, il ministro ha voluto ribadire che "i nostri cibi e le nostre verdure sono assolutamente sicure, bisogna però lavarle sempre. Comunque non abbiamo problemi, la nostra sanità è sotto controllo, e le nostre strutture sono allertate".
All'origine del batterio killer, ha concluso Fazio, "non c'è una mutazione, ma una normale ricombinazione tra batteri, che produce forme nuove più tossiche, e per le quali noi abbiamo meno anticorpi per affrontarle".