La procura di Roma apre un fascicolo dopo la denuncia presentata dai Radicali contro quei tg che il 20 maggio scorso avevano trasmesso le interviste registrate di Berlusconi nella veste di presidente del Partito del Popolo della Libertà
Il premier Silvio Berlusconi, il direttore del Tg1 Augusto Minzolini e quello 'ad interim' del Tg2 Mario De Scalzi sono stati iscritti sul registro degli indagati della procura di Roma per abuso d'ufficio in relazione alla denuncia presentata dai Radicali contro quei tg che il 20 maggio scorso avevano trasmesso le interviste registrate di Berlusconi nella veste di presidente del Partito del Popolo della Libertà (guarda le foto).
L'iscrizione è una sorta di 'atto dovuto', legato proprio alla denuncia nominativa che l'avvocato Giuseppe Rossodivita aveva presentato per conto di Emma Bonino e Marco Cappato.
Il fascicolo non andrà al tribunale dei ministri perché Berlusconi è indagato come leader del Pdl e non come presidente del Consiglio.
Stando all'esposto, infatti, i Radicali avevano rilevato come "gli interventi di Berlusconi nei Tg fossero, per temi trattati, scenografia con tanto di simbolo elettorale alle spalle e montaggio del registrato, dei veri e propri spot elettorali assolutamente vietati nei notiziari".
Per questo i Radicali avevano sollecitato anche "il sequestro di videocassette o dei file originali dei messaggi trasmessi dai notiziari, compresi eventuali appunti che ne hanno accompagnato il recapito", nonché il sequestro degli "ordini di servizio dei giornalisti che hanno effettuato pseudo-interviste, oltre agli appunti e ai fogli di lavoro delle riunioni di redazione dei telegiornali".
Sul punto, però, la procura di Roma ha espresso parere negativo ritenendo che "il reato di abuso d'ufficio non appare sussistere in tutti i suoi elementi".
Sarà invece la procura di Milano, dove i Radicali hanno presentato analoga denuncia, a prendere in esame eventuali ipotesi di reato a carico dei direttori di Tg4, Tg5 e Studio Aperto.
L'iscrizione è una sorta di 'atto dovuto', legato proprio alla denuncia nominativa che l'avvocato Giuseppe Rossodivita aveva presentato per conto di Emma Bonino e Marco Cappato.
Il fascicolo non andrà al tribunale dei ministri perché Berlusconi è indagato come leader del Pdl e non come presidente del Consiglio.
Stando all'esposto, infatti, i Radicali avevano rilevato come "gli interventi di Berlusconi nei Tg fossero, per temi trattati, scenografia con tanto di simbolo elettorale alle spalle e montaggio del registrato, dei veri e propri spot elettorali assolutamente vietati nei notiziari".
Per questo i Radicali avevano sollecitato anche "il sequestro di videocassette o dei file originali dei messaggi trasmessi dai notiziari, compresi eventuali appunti che ne hanno accompagnato il recapito", nonché il sequestro degli "ordini di servizio dei giornalisti che hanno effettuato pseudo-interviste, oltre agli appunti e ai fogli di lavoro delle riunioni di redazione dei telegiornali".
Sul punto, però, la procura di Roma ha espresso parere negativo ritenendo che "il reato di abuso d'ufficio non appare sussistere in tutti i suoi elementi".
Sarà invece la procura di Milano, dove i Radicali hanno presentato analoga denuncia, a prendere in esame eventuali ipotesi di reato a carico dei direttori di Tg4, Tg5 e Studio Aperto.