Scajola e la lista Anemone: "Balle, non mi farò trascinare"
CronacaDopo la scoperta del nuovo elenco dell’imprenditore con i presunti benefit per politici e dirigenti, l’ex ministro su Repubblica respinge ogni accusa e parla di "accanimento persecutorio". Poi avverte: "Pronto a denunciare chi distorce la realtà"
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Scajola, chi si (ri)vede
"Adesso basta, chi fa il mio nome su questa storia lo denunzio". Non ha intenzione di abbassare la guardia l'ex ministro Claudio Scajola che, in un'intervista di giovedì 26 maggio a "Repubblica" (che torna anche a parlare delle prove in mano ai pm), ha respinto ogni addebito sulla vicenda della casa acquistata a Roma e continua a negare ogni rapporto con l'architetto Angelo Zampolini, il tuttofare dell’imprenditore Diego Anemone, in merito all’inchiesta "Grandi eventi" sugli appalti del G8. "Non c'è nulla da spiegare – ha affermato Scajola dopo le ultime indiscrezioni della stampa sui presunti regali e benefit che sarebbero stati dati da Anemone a ministri e dirigenti, tra cui Claudio Scajola - non so niente. Se avete tanti dubbi chiedetelo ai magistrati. Io a Perugia, dopo un anno di indagini, non sono stato nemmeno indagato. Qualcosa vorrà dire o no?".
Per ora Scajola risulta persona informata sui fatti sulla vicenda della compravendita della casa romana di via Fagutale che, secondo i pm di Perugia, sarebbe stata acquistata in buona parte da Zampolini per conto di Anemone in cambio di appalti pubblici. In più la ristrutturazione dell’appartamento romano è stata effettuata dalle imprese del gruppo Anemone, che sembra si sia fatto carico della spesa, oltre che di una lista di oggetti per la casa, come la terra per i vasi da fiori, un trasformatore e un frullatore. La Procura di Roma riceverà giovedì 26 maggio questa lista estratta dal computer di Anemone.
Ma, riguardo ai rapporti con Anemone, l'ex ministro dell'Interno e dello Sviluppo economico ha assicurato che si "stanno riciclando le solite cose. Non ci sto. Non voglio farmi trascinare in questa fogna". "Ho letto i giornali – ha detto l'ex ministro - Tutte balle", "state facendo la fine del mondo sul nulla". Scajola si è detto convinto che "questa storia" non inciderà nei "rapporti con Berlusconi" e che contro la sua persona c’è "un inaccettabile accanimento persecutorio che non trova alcun fondamento di verità. Ripeto. Ancora una volta leggo delle notizie sul mio conto totalmente fasulle. Tutti gli episodi citati sono già stati verificati dall’autorità giudiziaria. Non mi riguardano e, comunque, è già stata ritenuta la mia totale estraneità”. E poi: "Ho lasciato la poltrona di ministro – ha spiegato - per un semplice sospetto. Mi sono dimesso, ho atteso un anno in silenzio. Ho rispettato il lavoro dei magistrati e persino quello degli operatori dell'informazione. Non ho mai alzato i toni. Mai. Però qualcuno torna a diffondere notizie, che i giudici giudicano irrilevanti, per distorcere la realtà. Basta. Denunzio".
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"Adesso basta, chi fa il mio nome su questa storia lo denunzio". Non ha intenzione di abbassare la guardia l'ex ministro Claudio Scajola che, in un'intervista di giovedì 26 maggio a "Repubblica" (che torna anche a parlare delle prove in mano ai pm), ha respinto ogni addebito sulla vicenda della casa acquistata a Roma e continua a negare ogni rapporto con l'architetto Angelo Zampolini, il tuttofare dell’imprenditore Diego Anemone, in merito all’inchiesta "Grandi eventi" sugli appalti del G8. "Non c'è nulla da spiegare – ha affermato Scajola dopo le ultime indiscrezioni della stampa sui presunti regali e benefit che sarebbero stati dati da Anemone a ministri e dirigenti, tra cui Claudio Scajola - non so niente. Se avete tanti dubbi chiedetelo ai magistrati. Io a Perugia, dopo un anno di indagini, non sono stato nemmeno indagato. Qualcosa vorrà dire o no?".
Per ora Scajola risulta persona informata sui fatti sulla vicenda della compravendita della casa romana di via Fagutale che, secondo i pm di Perugia, sarebbe stata acquistata in buona parte da Zampolini per conto di Anemone in cambio di appalti pubblici. In più la ristrutturazione dell’appartamento romano è stata effettuata dalle imprese del gruppo Anemone, che sembra si sia fatto carico della spesa, oltre che di una lista di oggetti per la casa, come la terra per i vasi da fiori, un trasformatore e un frullatore. La Procura di Roma riceverà giovedì 26 maggio questa lista estratta dal computer di Anemone.
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