Un'imbarcazione, con a bordo circa 300 migranti, è naufragata nella notte tra martedì e mercoledì nel canale di Sicilia. Avvistati cadaveri in acqua, anche di bambini. In 53 sono stati salvati. Raggiunto l'accordo sull'immigrazione tra governo e regioni
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Tragedia al largo di Lampedusa. Un barcone si è ribaltato a 40 miglia a sud dell'Isola siciliana. Secondo la Capitaneria di porto le persone a bordo erano circa 300. Cinquantatrè migranti sono stati salvati (GUARDA LE IMMAGINI). Centinaia risultano dispersi e decine di cadaveri sono stati avvistati in acqua da un elicottero della Capitaneria di Porto. Tra loro, secondo alcuni testimoni, anche donne e bambini. Stando al racconto di alcuni migranti il barcone sarebbe partito dalla Libia due giorni fa (GUARDA I VIDEO DI CHI PARTE DALLA TUNISIA).
La dinamica - Durante la notte dall'imbarcazione erano partite tramite telefono satellitare le richieste di soccorso alle autorità maltesi. Sono state loro a sollecitare l'invio, da Lampedusa, dei soccorsi. Giunta sul posto alle 4 circa di mercoledì 6 aprile, la prima delle motovedette ha intercettato il barcone alla deriva in una situazione di grave pericolo. Il mare molto agitato (forza 4) e la concitazione a bordo del barcone hanno reso vani i primi tentativi di trarre in salvo i migranti finiti in acqua (LA RICOSTRUZIONE DELLA GUARDIA COSTIERA).
I salvati - Tra i superstiti ci sono otto donne. Una di loro, all'ottavo mese di gravidanza, è stata accompagnata nel poliambulatorio di Lampedusa, dove i medici l'hanno sottoposta a un'ecografia per verificare le condizioni del feto. Le condizioni degli altri migranti salvati sono discrete: tutti presentano segni più o meno gravi di ipotermia. Al momento sono sei i migranti ricoverati nell'isola. Gli altri, dopo essere sbarcati, sono stati trasferiti a bordo di pullman al centro di prima accoglienza, dove ci sono già 1.500 migranti. "Stavamo navigando e la situazione era tranquilla. Poi a mezzanotte il pilota quando ha visto la polizia ha spento i motori" ha raccontato uno di loro (nel video in alto i racconti dei sopravvissuti).
Le ricerche - Intanto, proseguono in mare le ricerche dei dispersi. Alle operazioni partecipa anche la nave Flaminia, a bordo della quale è stato fatto salire uno staff di medici pronto ad intervenire nel caso in cui dovessero essere recuperati altri sopravvissuti. La speranza di trovare migranti ancora in vita, però, si affievolisce con il passare delle ore, mentre le stesse operazioni di recupero dei cadaveri avvistati sono rese difficoltose dal mare forza 6 e dal vento di Maestrale a oltre 30 nodi che spira nella zona del naufragio, dove ci sono onde altre tre metri.
I piloti che in mattinata hanno volato sul mare di Lampedusa per aiutare gli uomini della Capitaneria di porto che coordinano i soccorsi hanno parlato di decine di corpi che affiorano dall'acqua. "Abbiamo sperato di vedere qualcuno che alzasse il braccio - dicono - ma non è accaduto. Tra i cadaveri, difficili da quantificare, anche corpicini di bambini".
L'intesa tra governo e regioni - E a conclusione di una giornata così tragica, governo e regioni hanno raggiunto un accordo su come fronteggiare l'emergenza immigrazione. "E' prevalsa la linea del dialogo" ha commentato il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto: "Abbiamo definito un accordo con un documento che vede la necessità di affrontare in modo coordinato la questione immigrazione, condividendo su tutto il territorio nazionale la possibilità di utilizzare l'articolo 20" (che riguarda i permessi di soggiorno temporanei, ndr). "Presenteremo al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano questo accordo che consente all'Italia di dare una risposta e gestire il Piano con indispensabile coerenza" il commento del presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani.
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