Milano tra smog e bambini: "Papà, butta le chiavi dell'auto"

Cronaca
Un disegno sullo smog realizzato da una bambina di una scuola elementare di Milano
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L’inquinamento non dà tregua: da 40 giorni i livelli di Pm10 sono alle stelle, rendendo l’aria in città irrespirabile. E i bimbi cosa ne pensano? Nel progetto dei Genitori Antismog disegni e pensieri in libertà: “Siamo stufi di fumare”. LA GALLERY

Guarda i disegni dei bambini di Milano sullo smog

di Daniele Troilo

Enrico: “Sono stufo di fumare, meglio camminare!”. Stefano: “Buttate le chiavi delle vostre macchine e andate a piedi”. E se il concetto non è ancora chiaro ve lo spiega Vallery: “I bambini di Milano sono stanchi dello smog”.

Insomma, in città tira una brutta aria. Le frasi riportate qui in alto sono state raccolte dall’associazione Genitori Antismog che poco dopo l’inizio dell’anno scolastico ha chiesto alle scuole primarie milanesi di partecipare all’iniziativa “Siamo nati per camminare”. Dai pensieri e dai disegni (guarda la fotogallery) dei bambini il quadro che emerge è chiaro: loro non ne possono più. E la situazione nelle ultime settimane è addirittura peggiorata. Dall’inizio del 2011 ci sono stati solo due giorni in cui i valori di Pm10 (le polveri sottili inquinanti) si sono fermati al di sotto dei limiti consentiti dalle normative europee (50 microgrammi per metro cubo). Le due domeniche di fila senz’auto non hanno prodotto gli effetti sperati e nel capoluogo lombardo l’aria è ormai irrespirabile da 40 giorni.

“Le domeniche senz'auto liberano la città dall'assedio, visivo e acustico, delle macchine – spiega Francisca Parrino, mamma antismog – Liberano anche la gente dalla dipendenza psicologica della macchina. Certo, i livelli di inquinamento si abbassano di poco e per un tempo limitato ma sarebbe strano se succedesse il contrario. Vivere senza macchina non solo è possibile ma è facile e piacevole: le domeniche senz'auto possono aiutare a capire che dell'auto si può fare a meno traendone notevoli vantaggi”.

Un concetto che però sembra non trovare tutti d’accordo, soprattutto i commercianti che protestano a ogni blocco del traffico. Quindi cosa fa una mamma antismog per difendere i propri figli? “Sembrerà strano, ma non fa proprio nulla di particolare perché non c'è modo di difendersi dall'aria che respiriamo”.  Poi aggiunge: “Vivo a Milano da quando sono nata. Ho un figlio, una vita sociale normale, vado al cinema, faccio la spesa per tutta la famiglia e riesco persino a "fare shopping", a dispetto di quanto credono i commercianti, senza possedere una macchina. Per i week end fuoriporta usiamo il car sharing e per la città solo mezzi pubblici, bicicletta, piedi e talvolta il taxi”. 

Sul sito dei Genitori Antismog è attiva anche una petizione online per promuovere una serie di iniziative in favore della lotta all’inquinamento in città. “Le soluzioni si conoscono perfettamente – dice Francisca Parrino – solo non si trova uno straccio di amministrazione con del coraggio in grado di metterle in pratica”.

Sembrerà fantapolitica, ma se a Palazzo Marino ci fossero i bambini che hanno partecipato al progetto dei Genitori Antismog forse sarebbe tutto più facile. Alessandro, ad esempio, potrebbe pronunciare la sua frase a un comizio: “Signori milanesi, io vorrei che Milano fosse una città con meno inquinamento e più erba. Perciò propongo di raggiungere questo obiettivo”. Peccato che (a volte) alle loro spalle non ci siano genitori antismog. Come quelli di un altro bambino, che forse inconsapevolmente confessa l’amara verità: “Io non voglio aumentare lo smog, ma mia madre non vuole alzarsi alle 5 del mattino e quindi vado in macchina”.

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