Temperature miti in tutta Italia, con punte al Centro Nord. Ma attenzione, dalla seconda metà di febbraio il termometro tornerà a scendere. Secondo il Cnr, negli ultimi 150 anni le temperature nel Paese si sono alzate
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L'Italia al caldo: l'album fotografico
Un inaspettato anticipo di primavera sembra salutare in questi giorni l'Italia. Anche se spesso le mattina sono fredde, i valori massimi raggiunti nel corso della giornata salgono ampiamente sopra le medie stagionali, soprattutto al Centro Nord, con punte decisamente fuori stagione come i 18 gradi a Bolzano e i 19 a Torino (contro i 14 a Palermo) di domenica 6 febbraio. Ma attenzione a riporre i giacconi nell'armadio. Secondo i meteorologi, nella seconda parte del mese la colonnina di mercurio dovrebbe nuovamente scendere e riportare tutto il Paese nel normale rigore invernale. Che le temperature siano, di anno in anno, in costante aumento è un fenomeno riconosciuto ormai anche dal Cnr, che, in occasione del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia, traccia un inedito scenario climatico del Paese, riprendendo le informazioni della banca dati dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) del Cnr di Bologna.
Negli ultimi 150 anni, dicono gli scienziati del Cnr, l'Italia ha subito un continuo incremento delle temperature, fino ad arrivare ai valori massimi degli anni 2001, 2003, 2007, ed una stazionarietà delle piogge. "Nell'anno dell'unità d'Italia il nostro Paese ha registrato un calo della temperatura di -0.83 °C rispetto alla media del periodo di riferimento 1971-2000, arco temporale di trent'anni che corrisponde a una convenzione a livello internazionale" spiega Teresa Nanni dell'Isac-Cnr. "Ciò significa - prosegue - che il 1861 era più freddo rispetto ai valori medi dell'ultimo trentennio del secolo scorso, tuttavia è stato più caldo se ci riferiamo a inizio Ottocento". E lo stesso fenomeno è accaduto nel primo decennio dell'Unità 1861-1870. "Possiamo dunque affermare - prosegue Nanni - che la storia d'Italia inizia con un massimo relativo di temperatura e, proseguendo l'analisi, si nota un decremento fino al 1890 circa. Poi le temperature risalgono nuovamente, con diverse oscillazioni, fino a raggiungere un nuovo massimo relativo intorno al 1950, il più rilevante dell'intera serie, a eccezione degli ultimi due decenni".
"In seguito, - spiega ancora Nanni - le temperature sono stazionarie fino agli anni '70, quando ritornano a incrementare il loro valore fino al primo decennio del XXI secolo, sicuramente il più caldo dell'intera serie. Nello stesso periodo si registrano anche i tre anni più caldi: 2001, 2003, 2007". Una nota a parte meritano le fonti, basilari per tracciare questo andamento. Le informazioni sono state reperite da una banca dati di serie storiche secolari, contenenti parametri meteo.
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Un inaspettato anticipo di primavera sembra salutare in questi giorni l'Italia. Anche se spesso le mattina sono fredde, i valori massimi raggiunti nel corso della giornata salgono ampiamente sopra le medie stagionali, soprattutto al Centro Nord, con punte decisamente fuori stagione come i 18 gradi a Bolzano e i 19 a Torino (contro i 14 a Palermo) di domenica 6 febbraio. Ma attenzione a riporre i giacconi nell'armadio. Secondo i meteorologi, nella seconda parte del mese la colonnina di mercurio dovrebbe nuovamente scendere e riportare tutto il Paese nel normale rigore invernale. Che le temperature siano, di anno in anno, in costante aumento è un fenomeno riconosciuto ormai anche dal Cnr, che, in occasione del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia, traccia un inedito scenario climatico del Paese, riprendendo le informazioni della banca dati dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) del Cnr di Bologna.
Negli ultimi 150 anni, dicono gli scienziati del Cnr, l'Italia ha subito un continuo incremento delle temperature, fino ad arrivare ai valori massimi degli anni 2001, 2003, 2007, ed una stazionarietà delle piogge. "Nell'anno dell'unità d'Italia il nostro Paese ha registrato un calo della temperatura di -0.83 °C rispetto alla media del periodo di riferimento 1971-2000, arco temporale di trent'anni che corrisponde a una convenzione a livello internazionale" spiega Teresa Nanni dell'Isac-Cnr. "Ciò significa - prosegue - che il 1861 era più freddo rispetto ai valori medi dell'ultimo trentennio del secolo scorso, tuttavia è stato più caldo se ci riferiamo a inizio Ottocento". E lo stesso fenomeno è accaduto nel primo decennio dell'Unità 1861-1870. "Possiamo dunque affermare - prosegue Nanni - che la storia d'Italia inizia con un massimo relativo di temperatura e, proseguendo l'analisi, si nota un decremento fino al 1890 circa. Poi le temperature risalgono nuovamente, con diverse oscillazioni, fino a raggiungere un nuovo massimo relativo intorno al 1950, il più rilevante dell'intera serie, a eccezione degli ultimi due decenni".
"In seguito, - spiega ancora Nanni - le temperature sono stazionarie fino agli anni '70, quando ritornano a incrementare il loro valore fino al primo decennio del XXI secolo, sicuramente il più caldo dell'intera serie. Nello stesso periodo si registrano anche i tre anni più caldi: 2001, 2003, 2007". Una nota a parte meritano le fonti, basilari per tracciare questo andamento. Le informazioni sono state reperite da una banca dati di serie storiche secolari, contenenti parametri meteo.