A Firenze per il processo delle stragi del 1993 il pentito ricorda Graviano che gli disse: "Grazie al Cavaliere e a dell'Utri il paese è nelle nostre mani". E poi chiede perdono alla città
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Le stragi di mafia degli anni '90: FOTO
Gaspare Spatuzza, a Firenze per il processo per le stragi del 1993, durante la sua deposizione cita Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri. "Durante un incontro Giuseppe Graviano era gioioso - racconta il pentito - mi disse: abbiamo ottenuto tutto. Grazie alla serietà di queste persone, che non erano quei quattro socialisti che ci avevano tradito nell'88. Li menziona, mi parla di Silvio Berlusconi, quello di Canale 5 e di un nostro compaesano, Marcello Dell'Utri. Graviano mi disse che il Paese era nelle nostre mani".
In precedenza Gasparre Spatuzza ha voluto chiedere scusa alla città di Firenze, colpita dagli attentati di mafia nei primi anni novanta. "Sono arrivato in questa città, a Firenze, da terrorista, il nostro obbiettivo era colpirla nel cuore e ci siamo riusciti" ha detto in aula il pentito. "Oggi dopo 18 anni vengo come uomo e soprattutto come pentito - ha aggiunto Spatuzza – e intendo chiedere perdono che può non essere accettato, che può essere strumentalizzato ma dovevo farlo".
"Il nostro perdono non glielo daremo mai”. Secca la risposta dei familiari delle vittime dell’attentato che, nella notte tra il 26 e 27 maggio 1993, provocò la morte di 5 persone e il ferimento di altre 48. “Mi sono consultata anche con i parenti delle altre vittime – ha detto Giovanna Maggiani Chelli dell'associazione familiari delle vittime di via dei Georgofili – non ci riusciremo mai. Siamo con Spatuzza come collaboratore di giustizia, ma il perdono glielo darà Dio, quel Dio in cui lui crede. Ma non saremo noi quelli che lo aiuteranno ad andare in Paradiso".
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"Il nostro perdono non glielo daremo mai”. Secca la risposta dei familiari delle vittime dell’attentato che, nella notte tra il 26 e 27 maggio 1993, provocò la morte di 5 persone e il ferimento di altre 48. “Mi sono consultata anche con i parenti delle altre vittime – ha detto Giovanna Maggiani Chelli dell'associazione familiari delle vittime di via dei Georgofili – non ci riusciremo mai. Siamo con Spatuzza come collaboratore di giustizia, ma il perdono glielo darà Dio, quel Dio in cui lui crede. Ma non saremo noi quelli che lo aiuteranno ad andare in Paradiso".