Il 28enne, che ha cercato di usare il bancomat cointestato con la vittima, ha chiarito la sua posizione. Si cercano intanto i due cellulari scomparsi
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Resta ancora un mistero la vera causa della morte di Elisa Benedetti. La verità sulle ultime ore di vita della 25enne oltre che dall'autopsia potrebbero arrivare dalle verifiche che gli inquirenti stanno facendo sui telefoni cellulari della ragazza morta e dell'amica. Due erano nell'auto ritrovata impantanata, ma altri due mancano ancora all'appello e sono quelli con cui Elisa ha chiesto aiuto. Gli inquirenti li stanno cercando per cercare di colmare il 'buco' che va dal momento dell'incidente di Elisa insieme all'amica Vanessa al momento in cui la ragazza finisce nel bosco e inizia a chiedere aiuto al 112.
Il giovane con il bancomat - In giornata i carabinieri hanno effettuato accertamenti su un ragazzo di 28 anni che ha tentato di usare in una agenzia della Cassa di Risparmio di Firenze una carta bancomat che è risultata cointestata a lui e alla ragazza.
A chiarire la questione del bancomat intestato a Elisa Benedetti e che il fidanzato a Firenze ha tentato di utilizzare è stato lo stesso Alex Pieraccini, questo ilnome del giovane. Dopo la segnalazione della banca, i carabinieri hanno contattato il fidanzato di Elisa Benedetti e lo hanno incontrato in un punto di Firenze facendosi spiegare la questione del bancomat.
Alex Pieraccini, 28 anni, fiorentino, nato in Brasile, ha spiegato che con Elisa ha un conto corrente co-intestato a entrambi e che disponeva normalmente del bancomat di cui conosceva il codice segreto.
La tessera che si è bloccata nello sportello bancario di Firenze riporta solo il nome di Elisa Benedetti: è per questo che, quando il fidanzato ha chiesto agli impiegati perché la carta si fosse bloccata, uno di loro - sembra il direttore dell'agenzia - si è ricordato della vicenda perugina per averla letta sul giornale e ha segnalato ai carabinieri cosa stava succedendo.
Nel frattempo il giovane aveva lasciato l'agenzia, ma successivamente i militari lo hanno contattato e lo hanno raggiunto in una strada di Firenze per chiedere chiarimenti.
La sua spiegazione è stata verificata dai carabinieri e coincide con un accertamento bancario fatto sul conto corrente co-intestato.
Gli inquirenti ascoltano di nuovo l'amica - Gli inquirenti perugini shanno convocato per un interrogatorio Vanessa Coltrioli, l'amica di Elisa Benedetti che è stata con lei fino a poco prima della morte. La ragazza, in particolare deve spiegare perché tra il suo racconto e quello del tunisino con cui lei ed Elisa hanno passato la serata ci sono delle discordanze.
Vanessa infatti aveva detto che con il gruppo di tunisini con cui avevano trascorso la serata si erano lasciati senza darsi appuntamento, il tunisino ha invece riferito che erano d'accordo di andare in discoteca insieme, al 'Red Zone', il locale a neanche due chilometri da dove è stata trovato il corpo di Elisa. Il tunisino ha anche detto di aver chiamato le ragazze che però non rispondevano al cellulare.
La testimonianza - Una testimone che vive vicino al luogo del ritrovamento del cadavere dice di aver visto la ragazza sabato sera, che le avrebbe suonato a casa ma poi sarebbe risalita in macchina diretta verso il bosco nonostante la raccomandazione di non andare da quella parte perché era una strada senza uscita. "Devo andare in su" gli avrebbe detto Elisa. Questo e anche altri elementi che portano a ipotizzare che Elisa avesse una appuntamento, sono al vaglio degli investigatori.
Un'ora al telefono con il 112 - Diverse telefonate nell'arco di circa un'ora tra Elisa Benedetti e gli operatori del 112, effettuate nella notte di sabato 29 con almeno due telefoni cellulari non ancora rinvenuti dagli inquirenti. Nel corso delle chiamate, la 25enne di Città di Castello trovata morta nei boschi in località Civitella Benazzone, nell'estrema periferia nord di Perugia, avrebbe riferito di essere stata violentata e di trovarsi "in mezzo ai rovi", nei pressi di una rete. Gli inquirenti sostengono che l'operatore ha cercato di calmare la ragazza e di indirizzarla finché non sono andate esaurite le batterie degli apparecchi.
Gli investigatori starebbero ancora cercando i telefoni, forse persi nel bosco. Intanto stanno scandagliando i tabulati telefonici alla ricerca degli ultimi contatti della ragazza, nella speranza di trovare tracce di un appuntamento che possa dare una spiegazione sul perché la giovane fosse tra quei boschi a quell'ora. A tal proposito, indagini sarebbero in corso tra gli spacciatori della zona.
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A chiarire la questione del bancomat intestato a Elisa Benedetti e che il fidanzato a Firenze ha tentato di utilizzare è stato lo stesso Alex Pieraccini, questo ilnome del giovane. Dopo la segnalazione della banca, i carabinieri hanno contattato il fidanzato di Elisa Benedetti e lo hanno incontrato in un punto di Firenze facendosi spiegare la questione del bancomat.
Alex Pieraccini, 28 anni, fiorentino, nato in Brasile, ha spiegato che con Elisa ha un conto corrente co-intestato a entrambi e che disponeva normalmente del bancomat di cui conosceva il codice segreto.
La tessera che si è bloccata nello sportello bancario di Firenze riporta solo il nome di Elisa Benedetti: è per questo che, quando il fidanzato ha chiesto agli impiegati perché la carta si fosse bloccata, uno di loro - sembra il direttore dell'agenzia - si è ricordato della vicenda perugina per averla letta sul giornale e ha segnalato ai carabinieri cosa stava succedendo.
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La sua spiegazione è stata verificata dai carabinieri e coincide con un accertamento bancario fatto sul conto corrente co-intestato.
Gli inquirenti ascoltano di nuovo l'amica - Gli inquirenti perugini shanno convocato per un interrogatorio Vanessa Coltrioli, l'amica di Elisa Benedetti che è stata con lei fino a poco prima della morte. La ragazza, in particolare deve spiegare perché tra il suo racconto e quello del tunisino con cui lei ed Elisa hanno passato la serata ci sono delle discordanze.
Vanessa infatti aveva detto che con il gruppo di tunisini con cui avevano trascorso la serata si erano lasciati senza darsi appuntamento, il tunisino ha invece riferito che erano d'accordo di andare in discoteca insieme, al 'Red Zone', il locale a neanche due chilometri da dove è stata trovato il corpo di Elisa. Il tunisino ha anche detto di aver chiamato le ragazze che però non rispondevano al cellulare.
La testimonianza - Una testimone che vive vicino al luogo del ritrovamento del cadavere dice di aver visto la ragazza sabato sera, che le avrebbe suonato a casa ma poi sarebbe risalita in macchina diretta verso il bosco nonostante la raccomandazione di non andare da quella parte perché era una strada senza uscita. "Devo andare in su" gli avrebbe detto Elisa. Questo e anche altri elementi che portano a ipotizzare che Elisa avesse una appuntamento, sono al vaglio degli investigatori.
Un'ora al telefono con il 112 - Diverse telefonate nell'arco di circa un'ora tra Elisa Benedetti e gli operatori del 112, effettuate nella notte di sabato 29 con almeno due telefoni cellulari non ancora rinvenuti dagli inquirenti. Nel corso delle chiamate, la 25enne di Città di Castello trovata morta nei boschi in località Civitella Benazzone, nell'estrema periferia nord di Perugia, avrebbe riferito di essere stata violentata e di trovarsi "in mezzo ai rovi", nei pressi di una rete. Gli inquirenti sostengono che l'operatore ha cercato di calmare la ragazza e di indirizzarla finché non sono andate esaurite le batterie degli apparecchi.
Gli investigatori starebbero ancora cercando i telefoni, forse persi nel bosco. Intanto stanno scandagliando i tabulati telefonici alla ricerca degli ultimi contatti della ragazza, nella speranza di trovare tracce di un appuntamento che possa dare una spiegazione sul perché la giovane fosse tra quei boschi a quell'ora. A tal proposito, indagini sarebbero in corso tra gli spacciatori della zona.
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