Casa di Montecarlo, i pm: "Carte irrilevanti"

Cronaca
Gianfranco Fini insieme ad Elisabetta Tulliani
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La procura di Roma chiede l'archiviazione del reato di truffa aggravata nei confronti di Fini e dell'ex tesoriere di An Pontone per la vicenda dell'appartamento monegasco venduto dal partito e abitato da Giancarlo Tulliani. Bossi: "Abbassiamo i toni"

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E' irrilevante il contenuto dei documenti inviati alla Farnesina dal governo di Santa Lucia, secondo cui sarebbero di Giancarlo Tulliani, "cognato" del presidente della Camera Gianfranco Fini, le due società off-shore che hanno comprato la casa di Montecarlo ad un prezzo favorevole.
E' quanto sostiene la procura di Roma che ha indagato per truffa aggravata Fini e il senatore Francesco Pontone, ex tesoriere di An, e che conferma al gip la richiesta di archiviazione, come hanno riferito fonti giudiziarie.
La camera di consiglio sul caso è stata fissata dal gip per il 2 febbraio.

Una lunga querelle politico-giudiziaria - La casa di Montecarlo, venduta da Alleanza Nazionale ad una società off-shore e abitata da Giancarlo Tulliani (cognato del presidente della Camera Gianfranco Fini) è finita al centro di una lunga querelle politico-giudiziaria.
In un video-messaggio datato settembre 2010, Gianfranco Fini aveva dichiarato che nel caso in cui venisse accertata che la proprietà fosse riconducibile a Tulliani, si sarebbe dimesso da presidente della Camera.
Giovedì 27 gennaio il ministro degli Esteri Franco Frattini aveva confermato in un'informativa al Senato la veridicità delle carte inviate da Santa Lucia.

Bossi: "Abbassiamo i toni"
- Dopo l'intervento, il Pdl aveva chiesto a Fini di dimettersi. Una posizione, questa, condivisa anche dal premier Silvio Berlusconi che, secondo quanto hanno riferito alcuni ministri, ha detto che il leader di Fli non può continuare ad essere anche la terza carica dello Stato.
Una posizione decisamente diversa da quella di Umberto Bossi, che ha invece invitato tutti "ad abbassare i toni". 

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