L'Italia, un paese in corsia di sorpasso
CronacaUn quinto dei nati in Italia nel 2010 è figlio di madre straniera: "Nonostante i desideri di molti, il nostro Paese è già una società multetnica" spiega Massimo Ambrosini, docente di Sociologia dei processi migratori all'Università statale di Milano
di David Saltuari
"Spesso si sentono esponenti politici parlare contro la società multietnica, dichiarare di non volere un paese multietnico. Beh, la realtà è che ormai l'Italia è multietnica". I dati diffusi dall'Istat dicono che un quinto dei nati in Italia nel 2010 è figlio di madre straniera, e la cosa sorprende anche un esperto come Maurizio Ambrosini, docente di Sociologia dei processi migratori all'Università statale di Milano e direttore della rivista Mondi migranti. "Questo dato - spiega Ambrosini a Sky.it - è la dimostrazione che il paese si sta trasformando sotto i nostri piedi in modo molto più veloce del previsto. E' inutile pensare di chiamare donne straniere ad accudire i nostri anziani e non aspettarsi poi che facciano dei figli."
Il dato dell'Istituto di statistica (un 18,8% di nati da madri straniere nel 2010) va poi spalmato sul territorio nazionale. "Il dato diventa ancora più significativo - spiega Ambrosini - se si prendono in esame le regioni dove l'immigrazione è più alta". Secondo l'Istat, infatti, in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto quel dato sale fino a quasi il 29%.
La realtà fotografata dall'Istat mostra insomma un paese che ha imboccato la corsia di sorpasso e sta superando l'immagine che troppo spesso vuole dare di se stesso. "Il paese sta cambiando velocemente. E per fortuna - sostiene Franco Pittau, coordinatore del dossier statistico sull'immigrazione della Caritas. "Basta pensare che già oggi gli ultrasessantenni sono più di un quinto dell'intera popolazione. Siamo un paese che sta invecchiando sempre di più, gli immigrati permettono di riequilibrare il trend e mantenere giovane il paese".
E sui possibili problemi di convivenza aggiunge: "Un cinese nato in Italia, cresciuto in Italia, che ha frequentato le scuole in Italia e che parla l'italiano come lingua di tutti i giorni, in cosa si differenzia da un italiano?". Non sembra preoccupato Franco Pittau: "Certo, l'immigrazione porta con se anche dei problemi, ma sicuramente non da questi nuovi nati. Stati Uniti, Canada, i paesi del Sud America sono cresciuti grazie a persone nate da genitori stranieri eppure non mi pare che oggi ne soffrano".
E più prudente Maurizo Ambrosini, che di immigrazione scrive anche su La Voce.Info: "I problemi ci sono quando la precarietà dei genitori si riverbera sui figli. Padri che perdono il permesso di soggiorno e che rischiano, con il rimpatrio di portarsi, dietro figli cresciuti come italiani. Oppure, quando questi ragazzi crescono e si trovano a frequentare una scuola che da un lato insegna loro la storia e la cultura italiana e dall'altra è costretta a ricordare che loro, di tutto questo, non ne fanno parte. A questi ragazzi si chiede un'integrazione che loro sono dispostissimi a dare, ma non gli si offre nessun riconoscimento in cambio."
L'Italia è oggi uno dei paesi con la legislazione sull'immigrazione più dura, ma ciononostante Franco Pittau si mostra ottimista per il futuro: "A parole la classe politica è rigorosissima, perché il rigore è populista e porta consenso. Ma nella realtà dei fatti, quando il bisogno di forza lavoro straniera è reale, anche i più intransigenti si fanno pragmatici. A un certo punto sarà inevitabile diventare pragmatici anche per quanto riguarda diritti di cittadinanza e vita quotidiana".
"Questi bambini diventeranno italiani a tutti gli effetti. Il nostro compito - spiega Ambrosini - dovrebbe essere aiutarli a diventare buoni cittadini".
"Spesso si sentono esponenti politici parlare contro la società multietnica, dichiarare di non volere un paese multietnico. Beh, la realtà è che ormai l'Italia è multietnica". I dati diffusi dall'Istat dicono che un quinto dei nati in Italia nel 2010 è figlio di madre straniera, e la cosa sorprende anche un esperto come Maurizio Ambrosini, docente di Sociologia dei processi migratori all'Università statale di Milano e direttore della rivista Mondi migranti. "Questo dato - spiega Ambrosini a Sky.it - è la dimostrazione che il paese si sta trasformando sotto i nostri piedi in modo molto più veloce del previsto. E' inutile pensare di chiamare donne straniere ad accudire i nostri anziani e non aspettarsi poi che facciano dei figli."
Il dato dell'Istituto di statistica (un 18,8% di nati da madri straniere nel 2010) va poi spalmato sul territorio nazionale. "Il dato diventa ancora più significativo - spiega Ambrosini - se si prendono in esame le regioni dove l'immigrazione è più alta". Secondo l'Istat, infatti, in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto quel dato sale fino a quasi il 29%.
La realtà fotografata dall'Istat mostra insomma un paese che ha imboccato la corsia di sorpasso e sta superando l'immagine che troppo spesso vuole dare di se stesso. "Il paese sta cambiando velocemente. E per fortuna - sostiene Franco Pittau, coordinatore del dossier statistico sull'immigrazione della Caritas. "Basta pensare che già oggi gli ultrasessantenni sono più di un quinto dell'intera popolazione. Siamo un paese che sta invecchiando sempre di più, gli immigrati permettono di riequilibrare il trend e mantenere giovane il paese".
E sui possibili problemi di convivenza aggiunge: "Un cinese nato in Italia, cresciuto in Italia, che ha frequentato le scuole in Italia e che parla l'italiano come lingua di tutti i giorni, in cosa si differenzia da un italiano?". Non sembra preoccupato Franco Pittau: "Certo, l'immigrazione porta con se anche dei problemi, ma sicuramente non da questi nuovi nati. Stati Uniti, Canada, i paesi del Sud America sono cresciuti grazie a persone nate da genitori stranieri eppure non mi pare che oggi ne soffrano".
E più prudente Maurizo Ambrosini, che di immigrazione scrive anche su La Voce.Info: "I problemi ci sono quando la precarietà dei genitori si riverbera sui figli. Padri che perdono il permesso di soggiorno e che rischiano, con il rimpatrio di portarsi, dietro figli cresciuti come italiani. Oppure, quando questi ragazzi crescono e si trovano a frequentare una scuola che da un lato insegna loro la storia e la cultura italiana e dall'altra è costretta a ricordare che loro, di tutto questo, non ne fanno parte. A questi ragazzi si chiede un'integrazione che loro sono dispostissimi a dare, ma non gli si offre nessun riconoscimento in cambio."
L'Italia è oggi uno dei paesi con la legislazione sull'immigrazione più dura, ma ciononostante Franco Pittau si mostra ottimista per il futuro: "A parole la classe politica è rigorosissima, perché il rigore è populista e porta consenso. Ma nella realtà dei fatti, quando il bisogno di forza lavoro straniera è reale, anche i più intransigenti si fanno pragmatici. A un certo punto sarà inevitabile diventare pragmatici anche per quanto riguarda diritti di cittadinanza e vita quotidiana".
"Questi bambini diventeranno italiani a tutti gli effetti. Il nostro compito - spiega Ambrosini - dovrebbe essere aiutarli a diventare buoni cittadini".