Il Papa benedice Facebook. "Ma attenzione ai pericoli"

Cronaca
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"II web sta contribuendo allo sviluppo di nuove e più complesse forme di coscienza intellettuale e spirituale", dice il pontefice in un messaggio rivolto ai giovani. Ma avverte: "Testimoniare con coerenza, nel proprio profilo digitale" le Sacre scritture

Papa Benedetto XVI, in un messaggio per la giornata mondiale delle comunicazioni sociali, ha promosso il cosiddetto web 2.0 e l'uso dei social network, ma ha detto anche che chi vuole comunicare il Vangelo attraverso i nuovi media non deve solo inserire contenuti "dichiaratamente religiosi" sulle varie piattaforme "ma anche testimoniare con coerenza, nel proprio profilo digitale" le Sacre scritture.

In un messaggio rivolto ai giovani e dedicato in particolare al "diffondersi della comunicazione attraverso la rete Internet", Papa Ratzinger scrive che "II web sta contribuendo allo sviluppo di nuove e più complesse forme di coscienza intellettuale e spirituale, di consapevolezza condivisa", dando dunque un giudizio sostanzialmente positivo della Rete.

Ma, avverte, "il coinvolgimento sempre maggiore nella pubblica arena digitale, quella creata dai cosiddetti social network, conduce a stabilire nuove forme di relazione interpersonale, influisce sulla percezione di sé e pone quindi, inevitabilmente, la questione non solo della correttezza del proprio agire, ma anche dell'autenticità del proprio essere".

La presenza sulle "reti sociali", spiega il Pontefice, "può essere il segno di una ricerca autentica di incontro personale con l'altro", ma bisogna fare attenzione a "evitarne i pericoli" come "il rifugiarsi in una sorta di mondo parallelo, o l'eccessiva esposizione al mondo virtuale".

"Nella ricerca di condivisione, di 'amicizie', ci si trova di fronte alla sfida dell'essere autentici, fedeli a se stessi, senza cedere all'illusione di costruire artificialmente il proprio 'profilo' pubblico". Il web consente di incontrarsi "oltre i confini dello spazio e delle stesse culture", dice ancora Benedetto XVI nel messaggio, "inaugurando così un intero nuovo mondo di potenziali amicizie".

Una grande opportunità, ammette il Papa, che però contiene rischi. Non tanto e non solo quello di fare "incontri pericolosi" su Internet, ma "di essere meno presenti verso chi incontriamo nella nostra vita quotidiana ordinaria", "di essere più distratti, perché la nostra attenzione è frammentata e assorta in un mondo 'differente'".

"E' importante ricordare sempre che il contatto virtuale non può e non deve sostituire il contatto umano diretto con le persone a tutti i livelli della nostra vita". E lo stesso discorso vale per chi usa il web per fini religiosi, perché "quando le persone si scambiano informazioni, stanno già condividendo se stesse, la loro visione del mondo, le loro speranze, i loro ideali". Dunque, il Pontefice segnala che c'è "uno stile cristiano di presenza anche nel mondo digitale: esso si concretizza in una forma di comunicazione onesta ed aperta, responsabile e rispettosa dell'altro".

"Comunicare il Vangelo attraverso i nuovi media significa non solo inserire contenuti dichiaratamente religiosi sulle piattaforme dei diversi mezzi - dice il messaggio del Papa - ma anche testimoniare con coerenza, nel proprio profilo digitale e nel modo di comunicare, scelte, preferenze, giudizi che siano profondamente coerenti con il Vangelo, anche quando di esso non si parla in forma esplicita".

Ciò significa anche, ammonisce Ratzinger, essere "consapevoli che la verità che cerchiamo di condividere non trae il suo valore dalla sua 'popolarità' o dalla quantità di attenzione che riceve". "Dobbiamo farla conoscere nella sua integrità, piuttosto che cercare di renderla accettabile, magari 'annacquandola'".

Dunque i credenti che testimoniano sul web "le loro più profonde convinzioni", contribuiscono a che Internet "non diventi uno strumento che riduce le persone a categorie, che cerca di manipolarle emotivamente o che permette a chi è potente di monopolizzare le opinioni altrui".

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