Caso Ruby, l'ex meteorina: "Stimo molto Berlusconi"

Cronaca
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Nell'ambito dell'inchiesta che vede il premier indagato per i reati di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile, la procura di Milano ha ascoltato in Questura alcune ragazze. VIDEO

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Prostituzione minorile e concussione. Sono queste le accuse ipotizzate nei confronti di Silvio Berlusconi dalla Procura di Milano, che dal 21 dicembre scorso ha iscritto il premier nel registro degli indagati e presto chiederà per lui il giudizio immediato per la vicenda di Ruby, la giovane marocchina sua ospite, secondo l'accusa, in diversi festini ad Arcore.
Assieme al presidente del Consiglio è indagata la consigliera regionale lombarda del Pdl Nicole Minetti per reati commessi ad Arcore, dove ha casa Berlusconi, dal febbraio al maggio 2010 con "Ruby" nel ruolo di parte offesa.
Informazioni di garanzia sono state inviate anche al direttore del Tg4 Emilio Fede e all'impresario tv Lele Mora per il reato di induzione e favoreggiamento aggravato della prostituzione minorile. L'aggravio, dice la Procura, risulta dal fatto che "il reato è stato commesso a danno di più soggetti"; non solo "Ruby", quindi, ma anche altri minorenni.

E nell'ambito dell'inchiesta, per fare luce sui fatti, la procura di Milano ha chiamato in Questura, oltre a Nicole Minetti, anche altre giovani ragazze. Tra queste anche Alessandra Sorcinelli, che ha lavorato al Tg4 come meteorina.

La meteorina: stimo moltissimo Berlusconi - "Sono stata un paio di volte ad Arcore, tramite Emilio Fede", ha spiegato Alessandra Sorcinelli, sottolineando però che si è trattato solo di  "cene tranquille". Quanto alla prostituzione, accusa mossa dagli inquirenti nei confronti della Minetti, di Emilio Fede e Lele Mora, la giovane ha replicato: "Non so nulla. Non ho mai conosciuto Ruby. Ho  conosciuto il presidente Berlusconi che - conclude - stimo moltissimo".

I reati contestati - Al premier è stato contestato di aver avuto, questa l'ipotesi, rapporti sessuali "in cambio di denaro o di altre utilità economiche" con Ruby, non ancora diciottenne, tra febbraio e maggio dell'anno scorso. E poi di aver fatto pressioni - proprio allo scopo di occultare i rapporti con Ruby - sui funzionari della Questura i quali, nella notte tra il 27 e il 28 maggio, quando la giovane marocchina venne trattenuta nei loro uffici per via di un furto, ricevettero da Palazzo Chigi due telefonate per ottenere il 'rilascio' della ragazza, - spacciata per la nipote del presidente egiziano Mubarak - e il suo affidamento al consigliere Minetti. Per questo capitolo della vicenda, come ha precisato anche il Procuratore della Repubblica di Milano, "nessun funzionario di polizia è indagato, in quanto quella sera le procedure seguite non sono state cristalline, ma non tali da costituire reato".

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