Yara, il procuratore: "Lavoriamo per riportarla a casa viva"

Cronaca
Yara Gambirasio
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Dopo il tramonto dell'accusa di omicidio per il marocchino Mohammed Fikri, le indagini sulla ragazza scomparsa a Brembate aprono uno spiraglio sulla speranza di ritrovarla in vita: "Non ci sono elementi seri, fortunatamente, di senso contrario"

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La prima conferenza stampa sulla vicenda di Yara Gambirasio del procuratore aggiunto Massimo Meroni che in questo periodo è alla guida della Procura di Bergamo, è un misto di sconforto e di speranza. Sconforto perché, dopo due settimane di indagini dalla scomparsa della ragazzina sparita da Brembate Sopra il 26 novembre, il magistrato comunica che, allo stato "non c'è nessuna ipotesi preferibile a un'altra", in assenza di "elementi concreti". Speranza, invece, perché Meroni aggiunge che carabinieri e agenti della Questura, e con loro quelli dello Sco (Servizio centrale operativo della Polizia) stanno lavorando "concretamente nella speranza di riportare questa bambina viva alla sua famiglia". "Viva - e Meroni lo pronuncia due volte - perché non ci sono elementi seri, fortunatamente, di senso contrario".

L'ipotesi dell'omicidio torna quindi a valere come tutte le  altre, compresa, in astratto, la fuga volontaria e Meroni, che ha accanto a sé il colonnello dei carabinieri Roberto Tortorella e il questore Vincenzo Ricciardi, spiega anche che l'origine dell'accusa di omicidio nei confronti di Mohammed Fikri - il marocchino fermato e poi rilasciato nei giorni scorsi con il venir meno degli indizi di colpevolezza - sta in quella telefonata tradotta in modo sbagliato "Allah, perdonami, non l'ho uccisa". Quelle parole, rivelatesi poi a una seconda traduzione di tutt'altro tenore, avevano fatto ipotizzare l'uccisione.

Intanto, prosegue l'analisi del traffico telefonico delle celle a cui il telefonino della ragazza si è collegato quel pomeriggio, prima di rimanere muto. Per capire i movimenti dell'apparecchio e anche chi, in quegli istanti era presente in quei poco più di 500 metri che separano il palazzetto dello sport, dove era stata prima di sparire, e la sua abitazione.

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