Sant’Ambrogio, partono i lavori per i box della discordia
CronacaSe ne parla da dieci anni tra molte polemiche, perché la piazza della basilica è tra le più delicate artisticamente. Alla fine però la Giunta ha dato il via al cantiere
Tutti i "buchi" per i box: LE FOTO
Un giro per i cantieri dei box sotterranei a Milano, attraverso le tappe di una storia lunga otto anni e non ancora conclusa. I casi più significativi.
L’area della basilica consacrata a Sant’Ambrogio è il cuore della Milano cristiana. È qui che verrà scavato uno dei parcheggi interrati più contestati, 586 box, di cui 236 a rotazione per il pubblico e 350 da vendere ai privati, su cinque piani. La firma della Giunta è arrivata quest’estate, è stabilito che i lavori partano a fine anno (anche se per ora c’è solo una recinzione) e terminare tra fine 2012 e inizio 2013. L’autorizzazione per l’opera risale a dieci anni fa, le petizioni contro sono state sottoscritte dai grandi nomi della cultura cittadina con in testa l’architetto Cini Boeri. A ottobre 2009 sono finiti sotto inchiesta il sovrintendente per i Beni architettonici e il direttore regionale dei Beni culturali per aver dato parere favorevole a sventrare un’area protetta da vincolo, coinvolta anche il sindaco Letizia Moratti. Il procedimento è stato archiviato.
Nello stesso punto ci sono già stati gli scavi archeologici, il buco è poi stato tappato e abbandonato fino ad ora. Il Comitato per Sant’Ambrogio ha anche presentato un esposto alla Corte dei conti per l’aggiunta del quinto piano di box che inizialmente non era previsto e che sarebbe una sorta di “risarcimento” al costruttore per il tempo perso negli scavi archeologici. Il Comune promette di restituire ai cittadini una piazza riqualificata, la Sovrintendenza ai Beni monumentali di vigilare sulle eventuali vibrazioni e l’azienda costruttrice, la Borio Mangiarotti (tra i cui titolari figura Claudio De Albertis, fra l’altro presidente di Assimpredil), di limitare al massimo i disagi.
La mappa degli altri cantieri:
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Un giro per i cantieri dei box sotterranei a Milano, attraverso le tappe di una storia lunga otto anni e non ancora conclusa. I casi più significativi.
L’area della basilica consacrata a Sant’Ambrogio è il cuore della Milano cristiana. È qui che verrà scavato uno dei parcheggi interrati più contestati, 586 box, di cui 236 a rotazione per il pubblico e 350 da vendere ai privati, su cinque piani. La firma della Giunta è arrivata quest’estate, è stabilito che i lavori partano a fine anno (anche se per ora c’è solo una recinzione) e terminare tra fine 2012 e inizio 2013. L’autorizzazione per l’opera risale a dieci anni fa, le petizioni contro sono state sottoscritte dai grandi nomi della cultura cittadina con in testa l’architetto Cini Boeri. A ottobre 2009 sono finiti sotto inchiesta il sovrintendente per i Beni architettonici e il direttore regionale dei Beni culturali per aver dato parere favorevole a sventrare un’area protetta da vincolo, coinvolta anche il sindaco Letizia Moratti. Il procedimento è stato archiviato.
Nello stesso punto ci sono già stati gli scavi archeologici, il buco è poi stato tappato e abbandonato fino ad ora. Il Comitato per Sant’Ambrogio ha anche presentato un esposto alla Corte dei conti per l’aggiunta del quinto piano di box che inizialmente non era previsto e che sarebbe una sorta di “risarcimento” al costruttore per il tempo perso negli scavi archeologici. Il Comune promette di restituire ai cittadini una piazza riqualificata, la Sovrintendenza ai Beni monumentali di vigilare sulle eventuali vibrazioni e l’azienda costruttrice, la Borio Mangiarotti (tra i cui titolari figura Claudio De Albertis, fra l’altro presidente di Assimpredil), di limitare al massimo i disagi.
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