Il legale del Comune di Brescia sulla proposta del giudice Salvini che chiede una commissione d'inchiesta "per la memoria del Paese": "No all'ennesimo strumento d'indagine. Aspettiamo una valutazione conclusiva", dice l'avvocato Ricci a SkyTG24
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"Già la commissione parlamentare presieduta dal senatore Pellegrino ha approfondito il contesto storico e politico nel quale sono avvenuti non soltanto le stragi ma anche i depistaggi relativi alle indagini sulle stragi, oltre allo sviluppo successivo e l'inizio della strategia delle Br. Quindi c'è già un quadro importante (...). Quello che doveva essere cercato, e ancora sarà cercato, in realtà non richiede uno strumento nuovo, l'ennesimo. Serve piuttosto una valutazione conclusiva su tutto questo materiale".
Intervistato da SkyTG24, il legale del Comune di Brescia Andrea Ricci commenta la proposta del giudice Giudo Salvini, che ha parlato al Messaggero dell'istituzione di una commissione d'inchiesta "per la memoria del Paese". Non serve l'ennesima commissione d'inchiesta, risponde in sintesi l'avvocato Ricci, serve invece la verità su quella strage. "Non era attesa l'assoluzione - ha spiegato Salvini, che a Milano è titolare delle indagini sull'eversione, dopo la sentenza di assoluzione degli imputati per la bomba bresciana del '74 - anche di Maurizio Tramonte. Nel '91, durante un accesso alla sede del Sismi di Padova, per cercare informazioni su piazza Fontana, trovai un fascicolo anche dell'informatore Tritone. In fondo a un foglietto scritto a mano era appuntato il suo vero nome. Passai subito la notizia al collega di Brescia. Così l'identità della fonte, rimasta nascosta, non fu più un segreto. C'era anche notizia dettagliatissima sulla riunione preparatoria per la strage di Brescia cui aveva partecipato personalmente Tritone con i capi ordinovisti" (Leggi anche: " Brescia, un'altra strage senza colpevoli. La rassegna stampa ").
"Tramonte ammise di essere Tritone e confermò il suo racconto del '74 ammettendo le sue responsabilità - continua Salvini -. Solo in aula ha ritrattato ed è stato assolto dopo aver reso tante dichiarazioni che lo compromettevano. Le indagini hanno comunque delineato il quadro storico della strategia della tensione, forse ora serve una commissione per la verità, come ha proposto il senatore Giovanni Pellegrino. Una commissione formata non da parlamentari ma da studiosi ed esperti indipendenti. Bisogna continuare a cercare la verità negli archivi anche esteri che via via si aprono. È necessario sentire i testimoni che, per paura o fede alla struttura in cui operavano, non hanno detto tutto ciò che sapevano. Una commissione finalizzata alla ricerca della verità per la memoria del Paese e i familiari delle vittime".
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