Ancora scontri tra le forze dell'ordine e i cittadini che protestano contro la discarica nel Parco nazionale del Vesuvio e l'apertura del secondo sversatoio. Bruciata un'altra bandiera tricolore. Mantovano: "E' eversione"
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Continua la protesta dei cittadini, contrari alla discarica Sari, nel Parco nazionale del Vesuvio e ostili all'apertura del secondo sversatoio (il più grande d'Europa) in località Cava Vitiello a Terzigno. Protesta definita dal sottosegretario dell'Interno Mantovano, "vicina all'eversione". I disordini, ha detto "non sono frutto dell'azione della cittadinanza, ma di gente che utilizza uno stato di grande disagio sociale per finalità al confine con l'eversione".
Il bilancio dell'ennesima notte di scontri, dopo i cinque compattatori bruciati e i venti agenti contusi tra mercoledì e giovedì, è ancora di auto bruciate e capovolte, rami di grossi alberi tagliti al centro della carreggiata, bidoni, mobili e spazzatura trascinati ovunque. Sedici autocompattatori sono rimasti bloccati per diverse ore prima di riuscire a entrare nella discarica.
Le frange più violente della manifestazione e le forze dell'ordine si sono affrontate a colpi di razzi, pietre, bottiglie e lacrimogeni: un manifestante, Gennaro Greco (52 anni) è stato sottoposto a fermo di polizia per detenzione di materiale esplosivo e resistenza a pubblico ufficiale mentre due persone sono state denunciate. Le scuole sono chiuse fino a lunedì per ragioni di sicurezza.
Nella giornata di giovedì qualcuno aveva anche dato alle fiamme un tricolore davanti al municipio e coperto con un telo viola in segno di lutto le tre bandiere che sventolavano a mezz'asta in Comune. E oggi si è ripetuto un gesto analogo: un manifestante ha dato fuoco ad una bandiera italiana dopo essere salito sulla pianta di ulivo che si trova al centro della rotonda di via Panoramica nei pressi della discarica di Terzigno "Questa è la nostra democrazia - ha detto - state proteggendo i mafiosi. Vergognatevi".
Intanto la discarica di Terzigno, secondo fonti delle forze dell'ordine, è ormai vicina alla saturazione. E una fonte giudiziaria afferma che non ha trovato applicazione l'ordinanza d'urgenza con cui nei giorni scorsi è intervenuto il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, che permette ai Comuni e agli impianti che conferiscono i propri rifiuti alla discarica di Terzigno di depositarli presso quelle di Savignano Irpino (Av), San Tammaro (Ce) e Sant'Arcangelo Trimonte (Bn). I rifiuti conferiti alla struttura di Terzigno avrebbero dovuto passare da 1.800 a 800 tonnellate. In realtà, la quantità di rifiuti conferita all'impianto è diminuita solo in virtù dei blocchi messi in atto dai manifestanti, dicono le fonti.
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