Adro, il Sole delle Alpi non c'è più. Ma resta la polemica

Cronaca
L'ingresso della scuola di Adro
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Rimossi i simboli leghisti dal complesso scolastico, ma il sindaco Oscar Lancini non ci sta: "La volontà dell'amministrazione va rispettata, sono pronto a presentare denuncia". VIDEO E FOTO

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Le immagini della rimozione del Sole delle Alpi

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Il Sole delle Alpi nella scuola di Adro non c'è più, ma restano le polemiche della guerra aperta tra il sindaco leghista, Oscar Lancini, che ha disseminato il nuovo plesso di questi simboli, e il dirigente scolastico Gianluigi Cadei, che ha ordinato di rimuoverli. A nulla è servita la dichiarazione di Giuseppe Colosio, il direttore dell'ufficio scolastico regionale, che ha detto di aver inviato una lettera a Cadei chiedendogli "l'immediata rimozione" dei circa 700 soli delle Alpi, e ha aggiunto di essersi "tenuto in costante rapporto con il direttore scolastico e con il ministro, che ha seguito la questione rimanendo sempre dello stesso parere".

Lancini è pronto a denunciare Cadei. "Questa - ha ammesso - è una delle strade possibili". Mercoledì 13 ottobre i tecnici del Comune faranno un sopralluogo nell'edificio "per prendere atto - ha spiegato il sindaco - di ciò che ho appreso dai giornalisti", cioè che hanno tolto gli zerbini, cancellato i soli delle Alpi dalle vetrofanie, sostituiti 54 cartelli di divieto di calpestare l'erba con la O a forma di sole delle Alpi. Ancora restano i due enormi simboli - distintivi della Lega Nord per i critici, caratteristici del territorio per Lancini - sul tetto, e rimane il logo nei posacenere fuori dalla cancellata.

A molte mamme la questione non interessa. Davanti all'edificio intitolato a caratteri cubitali a Gianfranco Miglio, nel giorno della rimozione dei simboli parlavano più della bravura degli insegnanti che della polemica. Diverse invece hanno criticato il clamore di tutta la storia e i "maestri e professori che sono scesi in piazza". C'è però anche chi cantava vittoria. Soddisfatti sono, ad esempio, i 'genitori per la scuola pubblica' che hanno firmato una lettera al prefetto di Brescia, Narcisa Brassesco Pace, in cui annunciano che se tutti i simboli non saranno rimossi (rimossi, non solo nascosti) loro occuperanno l'edificio e faranno da soli. Quando Cadei è uscito da scuola, intorno alle 18, senza rilasciare dichiarazioni, loro lo hanno applaudito. "La verità - ha commentato una mamma - è che il paese si è diviso tra destra e sinistra".

La frattura forse sarà più difficile da sanare di quanto non sia togliere o mettere uno zerbino. "Noi non vogliamo acuire le tensioni - ha spiegato Colosio - ma non potevamo lasciare le cose andare oltre: il danno per i bambini e la comunità era troppo alto". Polemiche e clamore non facevano certo bene all'apprendimento. E così, dopo la solidarietà espressa dal consiglio d'istituto al direttore scolastico intenzionato a rimuovere i simboli, è giunta l'ennesima lettera di Colosio, dopo quella inviata al sindaco per invitarlo a togliere i simboli e una precedente a Cadei per chiedere al dirigente di attivarsi. Colosio pare tranquillo sulla possibile denuncia ventilata dal sindaco, che non intende fare retromarcia. "Mercoledì decideremo cosa fare - ha detto - C'è stata una prevaricazione delle competenze istituzionali. Questo non può essere considerato come un segnale distensivo, ma come una presa di posizione forte a cui ci vuole una risposta adeguata". Intanto già ora Lancini ha incassato la solidarietà "non solo dei vertici ma anche dei militanti".

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