Arrestato Li Bergolis, il superlatitante boss del Gargano
CronacaIn fuga dal 2009, deve scontare una condanna all'ergastolo per omicidio, armi, droga e mafia. Malgrado i suoi 32 anni, era nella lista dei criminali più pericolosi d'Italia stilata dal Ministero degli Interni
Franco Li Bergolis, super latitante pugliese ricercato dal marzo 2009, è stato arrestato nella mattina del 26 settembre nella sua abitazione a Monte Sant'Angelo, provincia di Foggia.
Considerato la Primula Rossa del Gargano, Li Bergolis è un allevatore di 32 anni: era nascosto dal marzo 2009, quando venne scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare dopo essere stato condannato in secondo grado dal tribunale di Foggia all'ergastolo per armi, droga e mafia. Tra le accuse c'è anche l'omicidio di Matteo Mangini, ucciso nel settembre 2001.
Malgrado la giovane età è considerato il capo indiscusso della mafia garganica, tanto da essere incluso dal Ministero degli Interni nella lista dei 30 superlatitanti più pericolosi d'Italia.
Franco è uno dei massimi esponenti della famiglia Li Bergolis, coinvolta da oltre 30 anni nella guerra con la famiglia rivale Alfieri- Primosa.
L'11 luglio scorso, malgrado la latitanza, aveva fatto avere sue tracce inviando una lettera scritta a mano al presidente Napolitano e al ministro Maroni, sostenendo di essere innocente e perseguitato e chiedendo "un processo giusto".
"Come avete fatto a trovarmi? Siete stati bravi, complimenti": con questo parole Li Bergolis avrebbe accolto i carabinieri che hanno fatto irruzione nella sua abitazione del centro storico dove si trovava con moglie e figlia. Il latitante si accingeva a festeggiare il suo anniversario di matrimonio.
Considerato la Primula Rossa del Gargano, Li Bergolis è un allevatore di 32 anni: era nascosto dal marzo 2009, quando venne scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare dopo essere stato condannato in secondo grado dal tribunale di Foggia all'ergastolo per armi, droga e mafia. Tra le accuse c'è anche l'omicidio di Matteo Mangini, ucciso nel settembre 2001.
Malgrado la giovane età è considerato il capo indiscusso della mafia garganica, tanto da essere incluso dal Ministero degli Interni nella lista dei 30 superlatitanti più pericolosi d'Italia.
Franco è uno dei massimi esponenti della famiglia Li Bergolis, coinvolta da oltre 30 anni nella guerra con la famiglia rivale Alfieri- Primosa.
L'11 luglio scorso, malgrado la latitanza, aveva fatto avere sue tracce inviando una lettera scritta a mano al presidente Napolitano e al ministro Maroni, sostenendo di essere innocente e perseguitato e chiedendo "un processo giusto".
"Come avete fatto a trovarmi? Siete stati bravi, complimenti": con questo parole Li Bergolis avrebbe accolto i carabinieri che hanno fatto irruzione nella sua abitazione del centro storico dove si trovava con moglie e figlia. Il latitante si accingeva a festeggiare il suo anniversario di matrimonio.