I medici di famiglia hanno continuato a ricevere compensi (che adesso dovranno restituire) anche per i pazienti deceduti. Danno erariale stimato in circa 300 mila euro. Avviso di conclusione delle indagini per tre dirigenti dell'azienda sanitaria locale
I medici di famiglia erano pagati per assistere anche i morti. Anche quelli di cui avevano diagnosticato il decesso, ma che non spettava a loro cancellare dagli elenchi degli assistiti. Sono stati ben quattromila i pazienti deceduti, ma che risultavano ancora vivi e vegeti nei registri dell'Asl di Taranto, che concorrevano alla quantificazione delle retribuzioni dei medici di base convenzionati.
Un danno erariale stimato in circa 300 mila euro dalla guardia di finanza. Incrociando i dati conservati nell'anagrafe tributaria con quelli in possesso dell'anagrafe sanitaria, le Fiamme gialle hanno scoperto la mancata cancellazione dagli elenchi di migliaia di persone decedute, per le quali lo Stato ha erogato ai medici compensi indebiti che ora dovranno restituire.
Un avviso di conclusione delle indagini preliminari, firmato dal pubblico ministero Remo Epifani, è stato notificato all'ex direttore generale Marco Urago, all'ex commissario straordinario dell'Azienda sanitaria locale Taranto 1 Carlo Sessa e all'attuale direttore generale Angelo Domenico Colasanto. Sono accusati di abuso d'ufficio per aver omesso, nell'ambito delle competenze attribuite loro dalla normativa regionale e nazionale nel comparto della spesa sanitaria, di dare corso alle procedure di aggiornamento dell'anagrafe assistiti e per avere arrecato un ingiusto profitto ai medici.
Il periodo preso in esame è quello compreso fra il 2004 e il 2008. Le indagini, che rientrano in un piano di azione disposto dal comando generale della guardia di finanza per monitorare la spesa sanitaria, sono ancora in corso per individuare altre presunte responsabilità, soprattutto per quanto riguarda la condotta dei medici, e per quantificare il danno erariale da segnalare alla Corte dei conti.
Ai medici di base il Servizio sanitario nazionale corrisponde, oltre a un assegno individuale riconosciuto per anzianità di laurea e carico assistenziale, poco più di 38 euro lordi all'anno per ogni paziente. I finanzieri del Gruppo di Taranto hanno calcolato per il momento un danno patrimoniale di 300 mila euro, ma si tratta di una cifra approssimativa.
Per accertare le irregolarità sono stati confrontati i certificati di morte acquisiti nei vari comuni della provincia con i tabulati dell'anagrafe sanitaria contenenti le generalita' di centinaia di migliaia di assistiti. In molti casi erano gli stessi medici di famiglia a certificare il decesso dei pazienti, ma non ne davano comunicazione all'Asl. E così l'anagrafe si popolava di fantasmi e i medici coninuavano, in silenzio, a percepire le indennità.
Un danno erariale stimato in circa 300 mila euro dalla guardia di finanza. Incrociando i dati conservati nell'anagrafe tributaria con quelli in possesso dell'anagrafe sanitaria, le Fiamme gialle hanno scoperto la mancata cancellazione dagli elenchi di migliaia di persone decedute, per le quali lo Stato ha erogato ai medici compensi indebiti che ora dovranno restituire.
Un avviso di conclusione delle indagini preliminari, firmato dal pubblico ministero Remo Epifani, è stato notificato all'ex direttore generale Marco Urago, all'ex commissario straordinario dell'Azienda sanitaria locale Taranto 1 Carlo Sessa e all'attuale direttore generale Angelo Domenico Colasanto. Sono accusati di abuso d'ufficio per aver omesso, nell'ambito delle competenze attribuite loro dalla normativa regionale e nazionale nel comparto della spesa sanitaria, di dare corso alle procedure di aggiornamento dell'anagrafe assistiti e per avere arrecato un ingiusto profitto ai medici.
Il periodo preso in esame è quello compreso fra il 2004 e il 2008. Le indagini, che rientrano in un piano di azione disposto dal comando generale della guardia di finanza per monitorare la spesa sanitaria, sono ancora in corso per individuare altre presunte responsabilità, soprattutto per quanto riguarda la condotta dei medici, e per quantificare il danno erariale da segnalare alla Corte dei conti.
Ai medici di base il Servizio sanitario nazionale corrisponde, oltre a un assegno individuale riconosciuto per anzianità di laurea e carico assistenziale, poco più di 38 euro lordi all'anno per ogni paziente. I finanzieri del Gruppo di Taranto hanno calcolato per il momento un danno patrimoniale di 300 mila euro, ma si tratta di una cifra approssimativa.
Per accertare le irregolarità sono stati confrontati i certificati di morte acquisiti nei vari comuni della provincia con i tabulati dell'anagrafe sanitaria contenenti le generalita' di centinaia di migliaia di assistiti. In molti casi erano gli stessi medici di famiglia a certificare il decesso dei pazienti, ma non ne davano comunicazione all'Asl. E così l'anagrafe si popolava di fantasmi e i medici coninuavano, in silenzio, a percepire le indennità.