Il blitz dei carabinieri di Reggio Calabria ha portato in carcere alcuni affiliati della cosca che faceva capo al boss "cantautore" e al cugino, tra i latitanti più pericolosi in Italia
Favorirono la latitanza di Gregorio e Giuseppe Bellocco, i boss di Rosarno arrestati rispettivamente nel 2005 e nel 2007. Con questa accusa sono finiti in manette dieci affiliati della potente cosca Bellocco. I carabinieri hanno eseguito nella notte l'ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria.
Oltre agli arresti gli uomini del Ros hanno sottoposto a sequestro terreni e immobili dove, per agevolare la latitanza di quattro pericolosi ricercati erano stati costruiti
quattordici bunker in cui si svolgevano anche summit mafiosi.
Il sequestro ha riguardato 13 fabbricati, 67 appezzamenti di terreno agricolo e edificabile dell'estensione di 14 ettari. I rifugi, in prevalenza costruiti con container
del tipo usato nel porto di Gioia Tauro, erano perfettamente attrezzati. In uno di questi era stato catturato cinque anni fa il boss Gregorio Bellocco, ricercato da una decina d'anni e inserito nell'elenco dei 30 latitanti più pericolosi italiani.
Qualche giorno dopo l'arresto, intorno a Rosarno, si diffuse una ballata inneggiante al boss. Secondo i magistrati a comporre la canzone sarebbe stato il cugino Giuseppe, arrestato nel 2007 nel vibonese.
Oltre agli arresti gli uomini del Ros hanno sottoposto a sequestro terreni e immobili dove, per agevolare la latitanza di quattro pericolosi ricercati erano stati costruiti
quattordici bunker in cui si svolgevano anche summit mafiosi.
Il sequestro ha riguardato 13 fabbricati, 67 appezzamenti di terreno agricolo e edificabile dell'estensione di 14 ettari. I rifugi, in prevalenza costruiti con container
del tipo usato nel porto di Gioia Tauro, erano perfettamente attrezzati. In uno di questi era stato catturato cinque anni fa il boss Gregorio Bellocco, ricercato da una decina d'anni e inserito nell'elenco dei 30 latitanti più pericolosi italiani.
Qualche giorno dopo l'arresto, intorno a Rosarno, si diffuse una ballata inneggiante al boss. Secondo i magistrati a comporre la canzone sarebbe stato il cugino Giuseppe, arrestato nel 2007 nel vibonese.