Rosarno, maxiblitz contro la 'ndrangheta: 10 arresti

Cronaca
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Operazione dei carabinieri contro la cosca Bellocco. Finiti in manette vari affiliati. Durante le perquisizioni sono stati anche ritrovati i testi e le incisioni d'alcuni componimenti dialettalli, inneggianti al clan

Nella mattinata del 27 luglio beni immobili per una valore di 10 milioni di euro sono stati sequestrati dai carabinieri a esponenti della cosca Bellocco di Rosarno. La confisca, disposta dalla Dda di Reggio Calabria, è stato eseguito nell'ambito dell'operazione "Pettirosso", che ha portato all'arresto di 10 affiliati alla cosca Bellocco con l'accusa di associazione mafiosa, favoreggiamento, porto e detenzione illegale d'arma da fuoco.

I risvolti del maxiblitz sono stati illustrati a Reggio Calabria nel corso di una conferenza stampa, tenutasi nella sede del Comando provinciale dei Carabinieri. Presenti il procuratore capo della Dda reggina Giuseppe Pignatone, il procuratore aggiunto Michele Prestipino e il pm Roberto Di Palma. Il procuratore capo ha dichiarato: "E' un'operazione, che rappresenta l'epilogo dell'indagine che, tra il 2005 ed il 2007, ha portato alla cattura dei latitanti Gregorio e Giuseppe Bellocco e di altri numerosi esponenti della stessa cosca. Da essa è stato possibile raccogliere numerosi elementi di prova a carico di alcuni fiancheggiatori, che avevano il compito di gestire dal punto di vista logistico la latitanza dei boss e curavano le 'comunicazioni' dei ricercati con i familiari e i principali associati".

L'operazione "Pettirosso" ha portato all'individuazione complessiva di 14 bunker tra container interrati e rifugi abilmente celati all'interno di abitazioni. Provenienti sicuramente dal porto di Gioia Tauro, i container venivano prima attrezzati di impianto elettrico e idraulico, quindi interrati per diventare rifugi inviolabili per i boss.  In uno di questi container era stato catturato Gregorio Bellocco, "sulla cui latitanza - ricordano i carabinieri -  era stata costruita una vera e propria leggenda, che aveva ispirato un componimento in dialetto calabrese rinvenuto al momento dell'arresto". Intitolato Circundatu (Circondato) e scritto da Giuseppe Bellocco, il testo descriveva con dovizia di particolari la rocambolesca fuga del cugino Gregorio nel dicembre del 2003.


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