Mammiferi volanti al posto di spray e zampironi. A 3 anni dal lancio, in tutta Italia vanno a ruba le bat box: le casette per ospitare i chirotteri. I nidi si trovano nei negozi, sul web e sono facili da costruire. Ma non tutti concordano sull’efficacia
di Valeria Valeriano
Se una notte d’estate, passeggiando per strada, notate un pipistrello che svolazza sulle vostre teste, non preoccupatevi. È lì per proteggervi. È lì per difendere le nostre città. No, non stiamo parlando di Batman. E i nemici da sconfiggere non sono Joker, Due Facce, l’Enigmista e gli altri geni del male. Ma le zanzare. Abbandonate spray e zampironi. Quest’anno, contro i fastidiosi insetti, meglio schierare i chirotteri. In tutta Italia vanno a ruba le bat box: le casette in legno per ospitare i mammiferi volanti. Costano poco meno di 30 euro e si possono trovare di diverse dimensioni. Sono delle vere e proprie cucce da appendere agli alberi in giardino o alla parete esterna della casa.
“Il pipistrello è inoffensivo, non attacca, non morde e non è vero che si impiglia nei capelli – dice Paolo Agnelli, zoologo dell’Università degli Studi di Firenze – . Un solo esemplare mangia circa duemila zanzare a notte. È più efficace e più ecologico dei sistemi chimici, che uccidono anche lucciole e api e sono veleno per l’aria”. Ma c’è pure un’altra ragione per adottare un chirottero. “In Italia ne esistono 33 specie. Alcune sono a rischio estinzione a causa dell’inquinamento e della mancanza di anfratti nei quali rifugiarsi”, continua il docente. Per la loro salvaguardia è stato firmato anche un accordo internazionale. Piazzare le bat box vuol dire offrire un nido al sicuro dai predatori in cui i pipistrelli possano tornare dopo il letargo invernale.
Il professor Agnelli lavora nella sezione di Zoologia “La Specola” del Museo di Storia naturale di Firenze. Sono stati loro, nel 2007, a lanciare il progetto “Un pipistrello per amico”. I ricercatori hanno messo a punto le prime bat box. Le casette, per essere colonizzate, devono essere curate nei particolari: inodore, di giuste dimensioni, fatte con materiali adatti, di colori appropriati. Grazie alla collaborazione con la Coop, i rifugi per pipistrelli sono stati messi in vendita. All’inizio, in via sperimentale, solo in Toscana. Ora anche in molte altre regioni italiane. “Negli ultimi due mesi ne abbiamo venduti 12 mila pezzi e siamo in fase di riassortimento”, spiega la Coop. Per rendere i chirotteri più simpatici agli occhi del pubblico, la catena di distribuzione ha creato una linea di prodotti ispirata a loro: quaderni, astucci, cartelle, diari, magliette e teli da mare. La sede milanese della Walt Disney, inoltre, ha ideato una storia a fumetti in cui il pipistrello Kiro spiega a Paperino l’utilità della sua specie nella lotta alle zanzare e per l’equilibrio dell’ambiente. Il libretto è stato regalato nei negozi che vendono le bat box.
“Una parte del ricavato di questi prodotti va a finanziare lo studio e la ricerca del gruppo di zoologi dell’Università di Firenze – sottolinea la Coop –. Non dimentichiamo che tutto è nato come un vero e proprio progetto scientifico per la tutela di animali a rischio estinzione”. È per questo che, nelle confezioni delle bat box, c’è anche una scheda per raccogliere e trasmettere i dati ai ricercatori del museo fiorentino. Nella scatola, poi, c’è un opuscolo con le istruzioni su come e dove sistemare le cucce. “Il successo delle casette dipende molto dalla posizione in cui vengono messe – spiega il professor Agnelli –. I maschi preferiscono quelle in luoghi freschi, le femmine in posti caldi. Devono essere ad almeno quattro metri d’altezza, non su superfici di metallo e non illuminate da forti luci durante la notte”. Possono essere installate in qualsiasi mese dell’anno ma, consiglia il docente, la colonizzazione sarà più probabile se vengono posizionate all’inizio della primavera. “È in quel periodo – continua – che gli animali si svegliano dal letargo e cercano un rifugio”. Attenzione però: sono sempre i pipistrelli a dover scegliere dove alloggiare. Come sottolinea lo zoologo: “Non bisogna trasferirli forzatamente nelle bat box. La legge li protegge rigidamente e vieta di manipolarli”.
Le casette per i chirotteri vanno forte anche su internet. Su eBay si possono acquistare vari modelli. Sul web si trovano anche le istruzioni per fabbricarsele da soli. Ad affidarsi alle bat box non sono solo singoli cittadini. Anche associazione ambientaliste e intere città. La lista dei comuni amici dei mammiferi volanti è lunga. A Godega di Sant’Urbano (Treviso), ad esempio, è nata la campagna “Adotta un pipistrello”. L’amministrazione ha messo i rifugi negli spazi verdi e nei giardini delle scuole. Stesso discorso a Buccinasco (Milano), dove le casette sono state piazzate nei luoghi pubblici. Il sindaco, inoltre, ha deciso di regalarle agli abitanti. Ed è stato subito boom di richieste. In pochi giorni ne sono state distribuite duecento. A Roma la sperimentazione nella zona Corviale ha dato risultati positivi e il progetto potrebbe essere allargato ad altre aree. Le bat box, per ora, non rientrano nei piani del Comune di Milano. “Anche se abbiamo in programma un incontro con operatori del settore per capire quali benefici potremmo avere”, rivela Gianluca Comazzi, Garante per la tutela degli animali del capoluogo lombardo.
Non tutti, però, concordano sull’effettiva utilità dei pipistrelli nella lotta alle zanzare. “Questi animali non hanno un regime alimentare specializzato – dice Andrea Mosca, presidente di Antea (Associazione nazionale tecnici entomologia applicata) –. Si nutrono di qualsiasi insetto presente nell’area di caccia. Di solito non prediligono le zanzare perché, salvo rari casi, non formano grossi sciami”. A supporto della propria tesi, Antea cita i risultati di alcuni studi che proverebbero come questi insetti fastidiosi non siano elementi fondamentali della dieta dei chirotteri. “Gli esperimenti fatti in stanze colme di zanzare dimostrano che un pipistrello può mangiarne migliaia per notte, ma in natura è impossibile che incontri solo quegli insetti”. Le zanzare, in realtà, rappresenterebbero tra l’1 e il 5 percento del contenuto stomacale dei chirotteri. “Pur guardando con simpatia ad un’iniziativa che mira a proteggere questi mammiferi – conclude Andrea Mosca –, non reputiamo corretto che essa debba essere presentata come la risposta risolutiva all’eccessiva proliferazione di zanzare nelle nostre città”. In fondo, ogni eroe che si rispetti ha fan e detrattori.
Se una notte d’estate, passeggiando per strada, notate un pipistrello che svolazza sulle vostre teste, non preoccupatevi. È lì per proteggervi. È lì per difendere le nostre città. No, non stiamo parlando di Batman. E i nemici da sconfiggere non sono Joker, Due Facce, l’Enigmista e gli altri geni del male. Ma le zanzare. Abbandonate spray e zampironi. Quest’anno, contro i fastidiosi insetti, meglio schierare i chirotteri. In tutta Italia vanno a ruba le bat box: le casette in legno per ospitare i mammiferi volanti. Costano poco meno di 30 euro e si possono trovare di diverse dimensioni. Sono delle vere e proprie cucce da appendere agli alberi in giardino o alla parete esterna della casa.
“Il pipistrello è inoffensivo, non attacca, non morde e non è vero che si impiglia nei capelli – dice Paolo Agnelli, zoologo dell’Università degli Studi di Firenze – . Un solo esemplare mangia circa duemila zanzare a notte. È più efficace e più ecologico dei sistemi chimici, che uccidono anche lucciole e api e sono veleno per l’aria”. Ma c’è pure un’altra ragione per adottare un chirottero. “In Italia ne esistono 33 specie. Alcune sono a rischio estinzione a causa dell’inquinamento e della mancanza di anfratti nei quali rifugiarsi”, continua il docente. Per la loro salvaguardia è stato firmato anche un accordo internazionale. Piazzare le bat box vuol dire offrire un nido al sicuro dai predatori in cui i pipistrelli possano tornare dopo il letargo invernale.
Il professor Agnelli lavora nella sezione di Zoologia “La Specola” del Museo di Storia naturale di Firenze. Sono stati loro, nel 2007, a lanciare il progetto “Un pipistrello per amico”. I ricercatori hanno messo a punto le prime bat box. Le casette, per essere colonizzate, devono essere curate nei particolari: inodore, di giuste dimensioni, fatte con materiali adatti, di colori appropriati. Grazie alla collaborazione con la Coop, i rifugi per pipistrelli sono stati messi in vendita. All’inizio, in via sperimentale, solo in Toscana. Ora anche in molte altre regioni italiane. “Negli ultimi due mesi ne abbiamo venduti 12 mila pezzi e siamo in fase di riassortimento”, spiega la Coop. Per rendere i chirotteri più simpatici agli occhi del pubblico, la catena di distribuzione ha creato una linea di prodotti ispirata a loro: quaderni, astucci, cartelle, diari, magliette e teli da mare. La sede milanese della Walt Disney, inoltre, ha ideato una storia a fumetti in cui il pipistrello Kiro spiega a Paperino l’utilità della sua specie nella lotta alle zanzare e per l’equilibrio dell’ambiente. Il libretto è stato regalato nei negozi che vendono le bat box.
“Una parte del ricavato di questi prodotti va a finanziare lo studio e la ricerca del gruppo di zoologi dell’Università di Firenze – sottolinea la Coop –. Non dimentichiamo che tutto è nato come un vero e proprio progetto scientifico per la tutela di animali a rischio estinzione”. È per questo che, nelle confezioni delle bat box, c’è anche una scheda per raccogliere e trasmettere i dati ai ricercatori del museo fiorentino. Nella scatola, poi, c’è un opuscolo con le istruzioni su come e dove sistemare le cucce. “Il successo delle casette dipende molto dalla posizione in cui vengono messe – spiega il professor Agnelli –. I maschi preferiscono quelle in luoghi freschi, le femmine in posti caldi. Devono essere ad almeno quattro metri d’altezza, non su superfici di metallo e non illuminate da forti luci durante la notte”. Possono essere installate in qualsiasi mese dell’anno ma, consiglia il docente, la colonizzazione sarà più probabile se vengono posizionate all’inizio della primavera. “È in quel periodo – continua – che gli animali si svegliano dal letargo e cercano un rifugio”. Attenzione però: sono sempre i pipistrelli a dover scegliere dove alloggiare. Come sottolinea lo zoologo: “Non bisogna trasferirli forzatamente nelle bat box. La legge li protegge rigidamente e vieta di manipolarli”.
Le casette per i chirotteri vanno forte anche su internet. Su eBay si possono acquistare vari modelli. Sul web si trovano anche le istruzioni per fabbricarsele da soli. Ad affidarsi alle bat box non sono solo singoli cittadini. Anche associazione ambientaliste e intere città. La lista dei comuni amici dei mammiferi volanti è lunga. A Godega di Sant’Urbano (Treviso), ad esempio, è nata la campagna “Adotta un pipistrello”. L’amministrazione ha messo i rifugi negli spazi verdi e nei giardini delle scuole. Stesso discorso a Buccinasco (Milano), dove le casette sono state piazzate nei luoghi pubblici. Il sindaco, inoltre, ha deciso di regalarle agli abitanti. Ed è stato subito boom di richieste. In pochi giorni ne sono state distribuite duecento. A Roma la sperimentazione nella zona Corviale ha dato risultati positivi e il progetto potrebbe essere allargato ad altre aree. Le bat box, per ora, non rientrano nei piani del Comune di Milano. “Anche se abbiamo in programma un incontro con operatori del settore per capire quali benefici potremmo avere”, rivela Gianluca Comazzi, Garante per la tutela degli animali del capoluogo lombardo.
Non tutti, però, concordano sull’effettiva utilità dei pipistrelli nella lotta alle zanzare. “Questi animali non hanno un regime alimentare specializzato – dice Andrea Mosca, presidente di Antea (Associazione nazionale tecnici entomologia applicata) –. Si nutrono di qualsiasi insetto presente nell’area di caccia. Di solito non prediligono le zanzare perché, salvo rari casi, non formano grossi sciami”. A supporto della propria tesi, Antea cita i risultati di alcuni studi che proverebbero come questi insetti fastidiosi non siano elementi fondamentali della dieta dei chirotteri. “Gli esperimenti fatti in stanze colme di zanzare dimostrano che un pipistrello può mangiarne migliaia per notte, ma in natura è impossibile che incontri solo quegli insetti”. Le zanzare, in realtà, rappresenterebbero tra l’1 e il 5 percento del contenuto stomacale dei chirotteri. “Pur guardando con simpatia ad un’iniziativa che mira a proteggere questi mammiferi – conclude Andrea Mosca –, non reputiamo corretto che essa debba essere presentata come la risposta risolutiva all’eccessiva proliferazione di zanzare nelle nostre città”. In fondo, ogni eroe che si rispetti ha fan e detrattori.