Ustica, Giovanardi: "Infondata ipotesi missile". E' polemica
CronacaIl sottosegretario sulla strage del 27 giugno 1980: “Restano due elementi: o una bomba nella toilette o una quasi collisione”. Il giudice Priore: “Se parla a nome del governo è un problema”. Fiano (Pd): “Chiarisca subito”
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"Sul caso Ustica ho riferito alla Camera dei Deputati, a nome del Governo, l'8 ottobre 2002, dove, concludendo una dettagliata ricostruzione degli avvenimenti, ho illustrato gli unici due elementi rimasti sul tappeto come causa del disastro: o una bomba nella toilette o una quasi collisione, di cui però non c'è precedente in tutta la storia dell' aviazione". Lo afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, interventuo a SKY TG24, in merito alle polemiche sorte sulla strage di Ustica (leggi anche: Strage di Ustica, "mancano i nomi dei responsabili").
"La sentenza della Cassazione del 10 gennaio 2007 - precisa Giovanardi - ha confermato queste conclusioni, assolvendo con formula piena i generali dell'aeronautica in quanto ha ritenuto impossibili i depistaggi relativi a battaglie aeree mai avvenute. Questo è quanto emerge dalla carte processuali e il Governo non può che rispettare sentenze passate in giudicato, associandosi a quanto i Ministro della difesa del Governo Prodi, Arturo Parisi ebbe a dire, il 28 marzo 2007, alla presenza del Presidente della Repubblica: 'La definitiva pronuncia della magistratura riconferma, a voce alta, la piena lealtà dell'Istituzione e dei suoi uomini che, pur sottoposti ad accuse gravissime e ingiuste, hanno saputo mantenere una dignità e un rispetto per le istituzioni assolutamente esemplare"'.
Poco prima di intervenire a SKY TG24 Giovanardi era stato protagonista di uno scontro a “Radio Anch’io” con il giudice Rosario Priore, che ha indagato a lungo sulla vicenda del Dc9 Italia caduto a Ustica 30 anni fa. Al centro dello scontro la divergenza su missile o bomba come causa della caduta del Dc9 ed anche la validità assoluta dei verdetti della giustizia rispetto a vicende complesse come questa, che attraversano anche gli interessi nazionali e internazionali. Il vero e proprio battibecco è nato quando è intervenuto in trasmissione Priore dopo che Giovanardi, più volte, aveva sottolineato che le sentenze hanno "spazzato via l'ipotesi del missile e della battaglia aerea. Sappiamo ormai con certezza che non c'erano aerei in prossimità del Dc9 e che le tracce accertate sui resti dell'aereo, come tutti possono vedere a Bologna, sono quelle di una bomba. C'è da chiedersi perché all'epoca non si indagò su questa ipotesi".
Priore ha lamentato che "si sollevano questioni e dubbi a cui più volte si è risposto" e si è rivolto insistentemente a Giovanardi per chiedergli se lui interviene a nome del governo perché se è così "è un problema: è il governo che dovrà sostenere le richieste di rogatorie rivolte agli Stati Uniti, alla Francia e alla Nato. Non chiuda gli occhi e mi dica se parla a nome del governo". Giovanardi ha replicato di parlare a nome dell'esecutivo e che "sentenze dei processi hanno spazzato via le ipotesi dell'inchiesta condotta da Priore. Non la pensavano così i pm". Priore ha replicato: "Erano ben diversi i giudizi dei pm di secondo e terzo grado. Dobbiamo dirlo una volta per tutte: la verità giudiziaria in Italia spesso è ben diversa da quella storica". "Fa impressione - ha replicato Giovanardi – sentire un magistrato criticare e invocare una verità diversa da quella delle aule dei tribunali. Comunque ci sono delle certezze che emergono. Non c'erano missili, non c'erano aerei, ci sono tracce di bomba. Semmai queste tracce sono simili a quelle della bomba che butto giù l'aereo della Pan Am a Lockerbie". Si è parlato poi dei francesi e della responsabilità che a loro assegna l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. "Sono sempre cose riferite. Ho sentito l'ex presidente Amato e lui non ne sa nulla. L'unica certezza - ha concluso - è che c'era una bomba". Priore ha replicato: "Se lei rappresenta il governo questo è un problema".
"Le parole pronunciate oggi nel corso della trasmissione radiofonica “Radio anch'io” dal sottosegretario Giovanardi che afferma di parlare a nome dell'esecutivo gettano un'ulteriore ed inquietante ombra su una delle pagine più buie della storia recente del nostro paese. Chiediamo al governo di chiarire al più presto in parlamento il senso delle dichiarazioni del sottosegretario". Lo afferma Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Pd. “Le sue affermazioni circa l'inconsistenza delle prove dell'abbattimento del Dc9 della compagnia Itavia in una battaglia aerea e per contro la certezza che la tragedia sia stata provocata dallo scoppio di una bomba a bordo del veivolo - prosegue - non trovano riscontro nella verità processuale. Pertanto delle due l'una o il sottosegretario ha detto ufficialmente delle bugie e se ne deve scusare formalmente con i parenti delle vittime oppure il governo è a conoscenza di prove diverse da quelle possedute dai giudici di secondo e terzo grado e ha pertanto l'obbligo di legge di comunicarle alla magistratura". "Vi è poi una terza ipotesi - conclude - che non vorremmo neanche considerare, che il governo faccia finta di niente di fronte alle affermazioni del sottosegretario. Sarebbe l'ennesima offesa irriverente e cinica verso le vittime e i loro parenti. A distanza di trent'anni da quelle tragiche vicende le vittime e le loro famiglie aspettano ancora giustizia dallo Stato e non meritano certo altre parole utili solo ad intorbidire le acque".
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"La sentenza della Cassazione del 10 gennaio 2007 - precisa Giovanardi - ha confermato queste conclusioni, assolvendo con formula piena i generali dell'aeronautica in quanto ha ritenuto impossibili i depistaggi relativi a battaglie aeree mai avvenute. Questo è quanto emerge dalla carte processuali e il Governo non può che rispettare sentenze passate in giudicato, associandosi a quanto i Ministro della difesa del Governo Prodi, Arturo Parisi ebbe a dire, il 28 marzo 2007, alla presenza del Presidente della Repubblica: 'La definitiva pronuncia della magistratura riconferma, a voce alta, la piena lealtà dell'Istituzione e dei suoi uomini che, pur sottoposti ad accuse gravissime e ingiuste, hanno saputo mantenere una dignità e un rispetto per le istituzioni assolutamente esemplare"'.
Poco prima di intervenire a SKY TG24 Giovanardi era stato protagonista di uno scontro a “Radio Anch’io” con il giudice Rosario Priore, che ha indagato a lungo sulla vicenda del Dc9 Italia caduto a Ustica 30 anni fa. Al centro dello scontro la divergenza su missile o bomba come causa della caduta del Dc9 ed anche la validità assoluta dei verdetti della giustizia rispetto a vicende complesse come questa, che attraversano anche gli interessi nazionali e internazionali. Il vero e proprio battibecco è nato quando è intervenuto in trasmissione Priore dopo che Giovanardi, più volte, aveva sottolineato che le sentenze hanno "spazzato via l'ipotesi del missile e della battaglia aerea. Sappiamo ormai con certezza che non c'erano aerei in prossimità del Dc9 e che le tracce accertate sui resti dell'aereo, come tutti possono vedere a Bologna, sono quelle di una bomba. C'è da chiedersi perché all'epoca non si indagò su questa ipotesi".
Priore ha lamentato che "si sollevano questioni e dubbi a cui più volte si è risposto" e si è rivolto insistentemente a Giovanardi per chiedergli se lui interviene a nome del governo perché se è così "è un problema: è il governo che dovrà sostenere le richieste di rogatorie rivolte agli Stati Uniti, alla Francia e alla Nato. Non chiuda gli occhi e mi dica se parla a nome del governo". Giovanardi ha replicato di parlare a nome dell'esecutivo e che "sentenze dei processi hanno spazzato via le ipotesi dell'inchiesta condotta da Priore. Non la pensavano così i pm". Priore ha replicato: "Erano ben diversi i giudizi dei pm di secondo e terzo grado. Dobbiamo dirlo una volta per tutte: la verità giudiziaria in Italia spesso è ben diversa da quella storica". "Fa impressione - ha replicato Giovanardi – sentire un magistrato criticare e invocare una verità diversa da quella delle aule dei tribunali. Comunque ci sono delle certezze che emergono. Non c'erano missili, non c'erano aerei, ci sono tracce di bomba. Semmai queste tracce sono simili a quelle della bomba che butto giù l'aereo della Pan Am a Lockerbie". Si è parlato poi dei francesi e della responsabilità che a loro assegna l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. "Sono sempre cose riferite. Ho sentito l'ex presidente Amato e lui non ne sa nulla. L'unica certezza - ha concluso - è che c'era una bomba". Priore ha replicato: "Se lei rappresenta il governo questo è un problema".
"Le parole pronunciate oggi nel corso della trasmissione radiofonica “Radio anch'io” dal sottosegretario Giovanardi che afferma di parlare a nome dell'esecutivo gettano un'ulteriore ed inquietante ombra su una delle pagine più buie della storia recente del nostro paese. Chiediamo al governo di chiarire al più presto in parlamento il senso delle dichiarazioni del sottosegretario". Lo afferma Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Pd. “Le sue affermazioni circa l'inconsistenza delle prove dell'abbattimento del Dc9 della compagnia Itavia in una battaglia aerea e per contro la certezza che la tragedia sia stata provocata dallo scoppio di una bomba a bordo del veivolo - prosegue - non trovano riscontro nella verità processuale. Pertanto delle due l'una o il sottosegretario ha detto ufficialmente delle bugie e se ne deve scusare formalmente con i parenti delle vittime oppure il governo è a conoscenza di prove diverse da quelle possedute dai giudici di secondo e terzo grado e ha pertanto l'obbligo di legge di comunicarle alla magistratura". "Vi è poi una terza ipotesi - conclude - che non vorremmo neanche considerare, che il governo faccia finta di niente di fronte alle affermazioni del sottosegretario. Sarebbe l'ennesima offesa irriverente e cinica verso le vittime e i loro parenti. A distanza di trent'anni da quelle tragiche vicende le vittime e le loro famiglie aspettano ancora giustizia dallo Stato e non meritano certo altre parole utili solo ad intorbidire le acque".
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