Dopo 3 mesi dallo sversamento di 15 mila metri cubi di gasolio e petrolio, il presidente del Wwf di Rovigo risolleva l'attenzione sul disastro ambientale. E intanto i comuni bagnati dal fiume potrebbero costituirsi parte civile nell’eventuale processo
Il presidente del WWF di Rovigo, Eddi Boschetti, lo dice senza troppi giri di parole: il disastro dovuto allo sversamento di circa 15 mila metri cubi di gasolio e petrolio combustibile nel fiume Lambro potrebbe avere ripercussioni sulla catena alimentare. Dopo mesi di silenzio, si torna a parlare dell'inquinamento del Lambro. I comuni bagnati dal fiume riflettono sulla possibilità di costituirsi parte civile nell'eventuale processo che potrebbe seguire all'inchiesta per disastro ambientale aperta lo scorso febbraio.
In base a quanto emerso dalle indagini, all'origine ci sarebbe stato un vero e proprio atto doloso, consumato nei depositi dell'ex raffineria Lombarda Petroli del comune di Villasanta, in provincia di Monza. Le successive operazioni di aspirazione e spurgo, avviate dalla task force della Protezione civile nazionale, oltre a sbarramenti con barriere galleggianti, hanno poi impedito solo parzialmente alla marea nera di raggiungere il Po.
In base a quanto emerso dalle indagini, all'origine ci sarebbe stato un vero e proprio atto doloso, consumato nei depositi dell'ex raffineria Lombarda Petroli del comune di Villasanta, in provincia di Monza. Le successive operazioni di aspirazione e spurgo, avviate dalla task force della Protezione civile nazionale, oltre a sbarramenti con barriere galleggianti, hanno poi impedito solo parzialmente alla marea nera di raggiungere il Po.