Cittadini esasperati e vandali annoiati hanno dato fuoco nel capoluogo siciliano all’immondizia che da giorni è tornata ad invadere la città. Intanto nella notte i carabinieri hanno arrestato quattro persone per trasporto di rifiuti pericolosi
Le strade di Palermo traboccano di rifiuti e continuano a colpire vandali e residenti esasperati dal degrado e dal cattivo odore diventati una costante. Persone non ancora identificate hanno così appiccato il fuoco ai cassonetti colmi di rifiuti e alle mini discariche formatesi in periferia come nelle aree centrali della città: da via Ammiraglio Rizzo a Mondello, passando per via Don Gnocchi, via Santa Maria di Gesù, via Falsomiele e piazzale Costellazione
Intanto nella notte quattro persone, tutte responsabili del reato di trasporto di rifiuti pericolosi, sono state arrestate a Palermo dai Carabinieri. In particolare i militari hanno arrestato: Antonino Saviano, pregiudicato, 30 anni, sorpreso in Corso Calatafimi a bordo di un Piaggio Ape mentre era intento a trasportare un ingente quantitativo di materiale ferroso, privo delle prescritte autorizzazioni.
L'uomo si è giustificato asserendo di voler vendere il materiale, che è stato sequestrato insieme al mezzo utilizzato per il trasporto. Saviano, sottoposto al rito direttissimo è stato condannato all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria presso la stazione Carabinieri di Palermo Brancaccio. In carcere anche Nicola Lo Biondo, pregiudicato di 39 anni, anche in questo caso, i militari hanno sorpreso l'uomo a un posto di controllo in viale Regione Siciliana Sud-Est mentre, a bordo del proprio autocarro, trasportava alcune tonnellate di materiale ferroso senza alcuna autorizzazione.
A seguito della direttissima è stato convalidato l'arresto e rimesso in libertà. Infine, in manette i fratelli Mariano Giacomo e Salvatore Vullo, rispettivamente di 20 anni e 24 anni, entrambi pregiudicati. I due a bordo di un autocarro, sono stati sorpresi in via Castellana, mentre trasportavano circa 3.000 kg di rame, probabilmente rubata, oltre ad altro materiale ferroso. Anche i due fratelli, ai quali è stato sequestrato anche il mezzo, sono stati arrestati per il reato di trasporto di rifiuti pericolosi. An che loro processati per direttissima, sono stati condannati a otto mesi di reclusione con pena sospesa e rimessi in libertà.
Altro problema è la questione termovalorizzatori. I magistrati indagano su presunte infiltrazioni mafiose e irregolarità nella realizzazione. Ieri è stato sentito in Procura a Palermo Raffaele Lombardo come persona informata dei fatti. "Due ore di interrogatorio per dare un contributo importante da parte della Regione siciliana alla magistratura sulle infiltrazioni della mafia nel sistema dei rifiuti".
Secondo Lombardo quello dei rifiuti in Sicilia è "l'affare del secolo, le cui dimensioni superano i 5 miliardi di euro".
Intanto nella notte quattro persone, tutte responsabili del reato di trasporto di rifiuti pericolosi, sono state arrestate a Palermo dai Carabinieri. In particolare i militari hanno arrestato: Antonino Saviano, pregiudicato, 30 anni, sorpreso in Corso Calatafimi a bordo di un Piaggio Ape mentre era intento a trasportare un ingente quantitativo di materiale ferroso, privo delle prescritte autorizzazioni.
L'uomo si è giustificato asserendo di voler vendere il materiale, che è stato sequestrato insieme al mezzo utilizzato per il trasporto. Saviano, sottoposto al rito direttissimo è stato condannato all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria presso la stazione Carabinieri di Palermo Brancaccio. In carcere anche Nicola Lo Biondo, pregiudicato di 39 anni, anche in questo caso, i militari hanno sorpreso l'uomo a un posto di controllo in viale Regione Siciliana Sud-Est mentre, a bordo del proprio autocarro, trasportava alcune tonnellate di materiale ferroso senza alcuna autorizzazione.
A seguito della direttissima è stato convalidato l'arresto e rimesso in libertà. Infine, in manette i fratelli Mariano Giacomo e Salvatore Vullo, rispettivamente di 20 anni e 24 anni, entrambi pregiudicati. I due a bordo di un autocarro, sono stati sorpresi in via Castellana, mentre trasportavano circa 3.000 kg di rame, probabilmente rubata, oltre ad altro materiale ferroso. Anche i due fratelli, ai quali è stato sequestrato anche il mezzo, sono stati arrestati per il reato di trasporto di rifiuti pericolosi. An che loro processati per direttissima, sono stati condannati a otto mesi di reclusione con pena sospesa e rimessi in libertà.
Altro problema è la questione termovalorizzatori. I magistrati indagano su presunte infiltrazioni mafiose e irregolarità nella realizzazione. Ieri è stato sentito in Procura a Palermo Raffaele Lombardo come persona informata dei fatti. "Due ore di interrogatorio per dare un contributo importante da parte della Regione siciliana alla magistratura sulle infiltrazioni della mafia nel sistema dei rifiuti".
Secondo Lombardo quello dei rifiuti in Sicilia è "l'affare del secolo, le cui dimensioni superano i 5 miliardi di euro".