Il latitante fermato a Reggio Calabria è definito dai giornali locali "il Riina calabrese". Una donna grida tra la folla: è "un uomo di pace". IL VIDEO DELLA CATTURA
Uno dei più blasonati boss della 'ndrangheta, Giovanni Tegano, di 70 anni, è stato arrestato lunedì sera a Reggio Calabria dagli agenti della squadra mobile.
Con il fermo di Tegano i poliziotti diretti da Renato Cortese hanno inferto un ulteriore duro colpo alle cosche della 'ndrangheta.
Giovanni Tegano infatti era inserito nell'elenco dei 30 latitanti più pericolosi del Ministero dell'Interno.
Il latitante, infatti, è ritenuto un boss di "alto spessore della 'ndrangheta". Gli investigatori che da diverso tempo gli davano la caccia non esitano a ricordare che il "nome dei Tegano è legato alla guerra di mafia che ha mietuto tantissime vittime".
Per qualcuno, invece, Tegano è un "uomo di pace".
Il boss, infatti, è stato accolto davanti alla questura di Reggio da uno gruppo di persone prima con timidi applausi e poi dalla frase pronunciata da una donna: "Tegano uomo di pace" a cui il boss ha risposto con un cenno di saluto. Questo è quanto è successo a Reggio Calabria mentre Giovanni Tegano, 70 anni, lasciava gli uffici della Polizia per essere tradotto in carcere insieme ai suoi fiancheggiatori. Dalla folla che lo aspettava è partito anche qualche fischio diretto contro gli agenti della polizia.
I giornali locali, per evidenziarne la caratura criminale, lo definiscono "il Riina calabrese".
GUARDA IL VIDEO DELLA CATTURA
Nella tarda serata di lunedì gli investigatori hanno fatto irruzione in una abitazione in località Perretti di Reggio Calabria. Nell'appartamento è stato trovato Giovanni Tegano in compagnia di altre persone che non hanno opposto resistenza. I poliziotti hanno provveduto all'identificazione di tutti i presenti e successivamente li hanno arrestati. Sulle modalità dell'arresto gli agenti mantengono il massimo riserbo perché sono in corso ancora una serie di accertamenti e verifiche.
Tegano deve scontare una condanna all'ergastolo per omicidio ma è destinatario anche di una serie di provvedimenti restrittivi per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di armi ed altro. Il 13 luglio del 1995 erano state diramate le ricerche in campo internazionale.
Le cosche contrapposte nella guerra di mafia durata dall'ottobre '85 all'estate del '91 erano da una parte i De Stefano, Tegano, Libri, Latella, Barreca, Paviglianiti, Zito, dall'altra Imerti, Saraceno, Condello, Fontana, Serraino, Rosmini. Nella guerra di mafia furono uccise oltre seicento persone.
Dopo la notizia dell'arresto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, si è congratulato con il Capo della polizia Antonio Manganelli. La cattura di Tegano, ha sottolineato Maroni "è il colpo più duro che si potesse infliggere oggi alla 'ndrangheta essendo il numero uno dei ricercati calabresi".
Con il fermo di Tegano i poliziotti diretti da Renato Cortese hanno inferto un ulteriore duro colpo alle cosche della 'ndrangheta.
Giovanni Tegano infatti era inserito nell'elenco dei 30 latitanti più pericolosi del Ministero dell'Interno.
Il latitante, infatti, è ritenuto un boss di "alto spessore della 'ndrangheta". Gli investigatori che da diverso tempo gli davano la caccia non esitano a ricordare che il "nome dei Tegano è legato alla guerra di mafia che ha mietuto tantissime vittime".
Per qualcuno, invece, Tegano è un "uomo di pace".
Il boss, infatti, è stato accolto davanti alla questura di Reggio da uno gruppo di persone prima con timidi applausi e poi dalla frase pronunciata da una donna: "Tegano uomo di pace" a cui il boss ha risposto con un cenno di saluto. Questo è quanto è successo a Reggio Calabria mentre Giovanni Tegano, 70 anni, lasciava gli uffici della Polizia per essere tradotto in carcere insieme ai suoi fiancheggiatori. Dalla folla che lo aspettava è partito anche qualche fischio diretto contro gli agenti della polizia.
I giornali locali, per evidenziarne la caratura criminale, lo definiscono "il Riina calabrese".
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Nella tarda serata di lunedì gli investigatori hanno fatto irruzione in una abitazione in località Perretti di Reggio Calabria. Nell'appartamento è stato trovato Giovanni Tegano in compagnia di altre persone che non hanno opposto resistenza. I poliziotti hanno provveduto all'identificazione di tutti i presenti e successivamente li hanno arrestati. Sulle modalità dell'arresto gli agenti mantengono il massimo riserbo perché sono in corso ancora una serie di accertamenti e verifiche.
Tegano deve scontare una condanna all'ergastolo per omicidio ma è destinatario anche di una serie di provvedimenti restrittivi per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di armi ed altro. Il 13 luglio del 1995 erano state diramate le ricerche in campo internazionale.
Le cosche contrapposte nella guerra di mafia durata dall'ottobre '85 all'estate del '91 erano da una parte i De Stefano, Tegano, Libri, Latella, Barreca, Paviglianiti, Zito, dall'altra Imerti, Saraceno, Condello, Fontana, Serraino, Rosmini. Nella guerra di mafia furono uccise oltre seicento persone.
Dopo la notizia dell'arresto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, si è congratulato con il Capo della polizia Antonio Manganelli. La cattura di Tegano, ha sottolineato Maroni "è il colpo più duro che si potesse infliggere oggi alla 'ndrangheta essendo il numero uno dei ricercati calabresi".