63 artisti e una canzone in dialetto aquilano. Ecco il Progetto per riportare la gente in piazza, raccontare come è cambiata la vita negli ultimi 12 mesi e prendersi gioco dei luoghi comuni e delle dicerie del dopo terremoto
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di Pamela Foti
Una cover di una canzone famosa, tre minuti di liriche e rap scritte e cantante in dialetto aquilano solo per il piacere di stare insieme e prendersi anche un po' giro. Questo è il Progetto DOMA'.
“Ji so dell’Aquila e manco ju meteo sapea addo’ stea,
mo’ lo sa pure Obama, lo sa l’Unione europea,
lo sanno quiji che pe tempo se so fatti ji conti
e mentre contavamo i morti issi conteano i sordi”.
Così cantano 63 giovani artisti aquilani, interpreti di DOMA’, rivisitazione aquilana della famosa Domani, scritta da Mauro Pagani e interpretata da Jovanotti, Ligabue e tutti i big della musica italiana all’indomani del terremoto.
La versione made in L’Aquila è ironica e amara allo stesso tempo, “gioca con le parole e scherza su come siamo cambiati noi e il nostro linguaggio dopo il terremoto” spiega Francesco, uno degli ideatori del progetto. “Abbiamo usato la stessa base della canzone originale e cambiato le parole per raccontare quello che ci è successo nell’ultimo anno, per prendere in giro le nostre fisse sull’agibilità delle case, la presenza del radon nel terreno, le dicerie e i luoghi comuni nati dopo il 6 aprile”. Il tutto rigorosamente in dialetto aquilano, perché si sa “il dialetto in certi casi unisce”.
DOMA' nasce dall’incontro tra il gruppo musicale Malìa e i blogger di Dice che. Hanno iniziato a scrivere il testo della canzone nel mese di febbraio e tra inviti su Internet, telefonate ed sms ben 63 artisti hanno accettato l’invito. “Molti sono tornati a L’Aquila dalla costa solo per incidere il pezzo”. E così fino a due settimane fa, ogni venerdì a Paganica lo studio di registrazione dei Malìa ha ospitato sessioni di 6 o 7 cantanti per volta, “e la cosa bella, è che ci siamo divertiti parecchio” racconta soddisfatto Francesco.
“Abbiamo realizzato questa iniziativa per il piacere di incontrarci, rivederci, stare insieme. Per presentare alla città una canzone che può essere motivo di svago - spiega - E soprattutto per riportare le persone in piazza Duomo per il semplice piacere di rivivere quel posto. Perché se anche tutto intorno è chiuso, quel luogo c’è e va vissuto ”. Il brano Doma’, infatti, sarà presentato per la prima volta mercoledì 21 aprile a L’Aquila.
Il momento più significativo della canzone è quello che fa riferimento “alle intercettazioni telefoniche e alla notorietà acquisita dalla nostra città dopo la tragedia”. Ma in quei tre minuti si smontano uno ad uno i luoghi comuni, le banal word, come le chiama Francesco, degli ultimi 12 mesi. “Da dopo il terremoto, i mass media e anche la gente comune continuano a ripetere che ‘L’Aquila tornerà a volare’. Ed ecco che una frase del brano dice ‘tra i monti e il mare, torneremo a nuotare’”.
Il pezzo cantato dagli artisti aquilani, non sarà venduto. Non è stato inciso per raccogliere fondi per la ricostruzione della città. “Il concetto fondamentale del Progetto DOMA’ – dice ancora Francesco - è che noi siamo dei privilegiati. Abbiamo vissuto una tragedia molto grande, ma abbiamo avuto la possibilità di rimetterci in gioco e di essere forse meglio di come eravamo prima. C’è stata donata una grande possibilità. Gratuitamente. E così, allo stesso modo noi vogliamo regalare a tutti gli aquilani un nuovo momento da vivere insieme”. Questo è il principio di fondo di tutta l'iniziativa.
“Non sarà fatto nessun cd – assicura Francesco – Non sarà messo a disposizione nessun Iban. Il video sarà messo in Rete e farà il suo corso”.
Insomma, tutto è pronto. N’ vdim creje (Ci vediamo domani)
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Una cover di una canzone famosa, tre minuti di liriche e rap scritte e cantante in dialetto aquilano solo per il piacere di stare insieme e prendersi anche un po' giro. Questo è il Progetto DOMA'.
“Ji so dell’Aquila e manco ju meteo sapea addo’ stea,
mo’ lo sa pure Obama, lo sa l’Unione europea,
lo sanno quiji che pe tempo se so fatti ji conti
e mentre contavamo i morti issi conteano i sordi”.
Così cantano 63 giovani artisti aquilani, interpreti di DOMA’, rivisitazione aquilana della famosa Domani, scritta da Mauro Pagani e interpretata da Jovanotti, Ligabue e tutti i big della musica italiana all’indomani del terremoto.
La versione made in L’Aquila è ironica e amara allo stesso tempo, “gioca con le parole e scherza su come siamo cambiati noi e il nostro linguaggio dopo il terremoto” spiega Francesco, uno degli ideatori del progetto. “Abbiamo usato la stessa base della canzone originale e cambiato le parole per raccontare quello che ci è successo nell’ultimo anno, per prendere in giro le nostre fisse sull’agibilità delle case, la presenza del radon nel terreno, le dicerie e i luoghi comuni nati dopo il 6 aprile”. Il tutto rigorosamente in dialetto aquilano, perché si sa “il dialetto in certi casi unisce”.
DOMA' nasce dall’incontro tra il gruppo musicale Malìa e i blogger di Dice che. Hanno iniziato a scrivere il testo della canzone nel mese di febbraio e tra inviti su Internet, telefonate ed sms ben 63 artisti hanno accettato l’invito. “Molti sono tornati a L’Aquila dalla costa solo per incidere il pezzo”. E così fino a due settimane fa, ogni venerdì a Paganica lo studio di registrazione dei Malìa ha ospitato sessioni di 6 o 7 cantanti per volta, “e la cosa bella, è che ci siamo divertiti parecchio” racconta soddisfatto Francesco.
“Abbiamo realizzato questa iniziativa per il piacere di incontrarci, rivederci, stare insieme. Per presentare alla città una canzone che può essere motivo di svago - spiega - E soprattutto per riportare le persone in piazza Duomo per il semplice piacere di rivivere quel posto. Perché se anche tutto intorno è chiuso, quel luogo c’è e va vissuto ”. Il brano Doma’, infatti, sarà presentato per la prima volta mercoledì 21 aprile a L’Aquila.
Il momento più significativo della canzone è quello che fa riferimento “alle intercettazioni telefoniche e alla notorietà acquisita dalla nostra città dopo la tragedia”. Ma in quei tre minuti si smontano uno ad uno i luoghi comuni, le banal word, come le chiama Francesco, degli ultimi 12 mesi. “Da dopo il terremoto, i mass media e anche la gente comune continuano a ripetere che ‘L’Aquila tornerà a volare’. Ed ecco che una frase del brano dice ‘tra i monti e il mare, torneremo a nuotare’”.
Il pezzo cantato dagli artisti aquilani, non sarà venduto. Non è stato inciso per raccogliere fondi per la ricostruzione della città. “Il concetto fondamentale del Progetto DOMA’ – dice ancora Francesco - è che noi siamo dei privilegiati. Abbiamo vissuto una tragedia molto grande, ma abbiamo avuto la possibilità di rimetterci in gioco e di essere forse meglio di come eravamo prima. C’è stata donata una grande possibilità. Gratuitamente. E così, allo stesso modo noi vogliamo regalare a tutti gli aquilani un nuovo momento da vivere insieme”. Questo è il principio di fondo di tutta l'iniziativa.
“Non sarà fatto nessun cd – assicura Francesco – Non sarà messo a disposizione nessun Iban. Il video sarà messo in Rete e farà il suo corso”.
Insomma, tutto è pronto. N’ vdim creje (Ci vediamo domani)