Il 2 aprile del 2005, si spegneva Carol Wojtyla. Uno dei pontefici più amati nella storia della Chiesa, primo Papa non italiano dopo 455 e straordinario protagonista del suo tempo
Era il 2 aprile 2005 quando Giovanni Paolo II si spense. In piazza San Pietro, in quei giorni, affluirono fiumi e fiumi di pellegrini per rendere omaggio al Papa che per oltre 26 anni guidò la chiesa cattolica. A cinque anni dalla morte, il mondo lo ricorda con celebrazioni e messe in suo onore.
Quel giorno, cinque anni fa, i fedeli riempirono piazza San Pietro in segno di affetto al Pontefice che stava per concludere il suo calvario. Alle 21.37, riferì Joaquin Navarro-Valls, portavoce vaticano, Karol Wojtyla morì. La chiesa intera si unì a quel momento con catene di preghiere, celebrazioni, adorazioni no-stop. Piazza San Pietro non restò mai vuota: fedeli provenienti da tutto il mondo (polacchi in testa) rimasero idealmente vicini al Papa polacco, l'uomo venuto dall'Est che contribuì ad abbattere il Muro di Berlino, all'implosione dell'Unione sovietica, alla riunificazione dell'Est e dell'Ovest della Vecchia Europa. Il Papa del dialogo, il Papa dei giovani, il globetrotter del mondo che portò l'annuncio del Vangelo in ogni angolo della Terra, senza mai arrendersi, sfidando anche regimi politici, come quel famoso viaggio a Cuba nel 1998. Migliaia e migliaia di fedeli, ogni giorno, sfilano davanti alla tomba di Giovanni Paolo II, nelle Grotte Vaticane. Davanti a quella semplice lastra di marmo bianca, lasciano una preghiera, un fiore, una richiesta di aiuto. E' un affetto che continua a essere vivo e presente, giorno dopo giorno, nella speranza di vedere Giovanni Paolo II presto santo, proprio come la folla fin da subito lo acclamò: "Santo subito".
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