Busta esplosiva alla Lega. Proiettile spedito al premier

Cronaca
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La lettera contro il Carroccio, giunta in un centro di smistamento postale a Milano, è stata rivendicata dal gruppo anarchico Fai. Ferito un impiegato. La Digos: nessun legame con elezioni. Busta con proiettile contro Berlusconi recapitata a Linate

Questa mattina poco prima delle 6 una busta è esplosa nelle mani di un dipendente di un centro postale in piazzale Lugano, a Milano, ferendolo alle braccia e al collo. Era indirizzata alla sede della Lega Nord di via Bellerio e conteneva frasi contro il ministro dell'Interno Roberto Maroni.

Poco dopo si è appreso che ieri sera alle 20 una lettera destinata al premier Silvio Berlusconi è stata intercettata dai dipendenti delle Poste al centro di smistamento meccanizzato a Linate. Conteneva un proiettile inesploso calibro 7,62 e minacce al presidente del Consiglio e altri esponenti del Pdl.

Nella busta destinata a Maroni c'era anche una rivendicazione firmata dal Fai (Federazione anarchica informale), un gruppo che avrebbe già messo a segno una trentina di azioni in 7 'campagne rivoluzionarie' dal 2003 in poi. Si tratta della stessa organizzazione che lo scorso dicembre ha colpito l'Università Bocconi di Milano. La frase rivolta contro il ministro attacca le politiche di immigrazione del governo. "Nei Cie si stupra - si legge tra l'altro nel un foglio - Maroni complice di questi fatti".

Anonima invece, almeno a quanto si è appreso finora, la busta per il premier. La missiva è stata scoperta grazie al rilevatore di metalli del centro postale di Linate. All'interno della busta un foglio con la scritta "farai la fine del topo" e una serie di disegni fatti a matita. Oltre a quello del premier, sotto a uno dei disegni, c'erano anche i nomi di alcuni dei dirigenti del Pdl: Paolo Bonaiuti, Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto.

La prima reazione è stata del ministro per la semplificazione Roberto Calderoli. "La Lega è una forza di popolo, una forza tranquilla e decisissima - ha detto - e non sarà certo un pacco esplosivo a turbare la nostra serenità o la nostra determinazione ad attuare il cambiamento per via democratica".

Immediata anche la reazione del Viminale che ha convocato una riunione straordinaria del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica. "A seguito dei gravissimi episodi di intimidazione avvenuti in questi giorni ai danni di partiti ed esponenti politici, da ultimi quelli di questa notte a Milano, il pacco bomba indirizzato alla Lega Nord e la lettera minatoria contro il presidente del consiglio, il ministro dell'interno Roberto Maroni, ha convocato per mercoledì 31 marzo alle ore 11,00 al Viminale, una riunione straordinaria del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica". Questo quanto si legge in una nota dell'ufficio stampa del Ministero dell'interno.
"Sono veri e propri atti di terrorismo politico che intendiamo stroncare senza alcuna esitazione per evitare il rischio di un ritorno agli anni di piombo e garantire la tutela delle libere istituzioni democratiche", conclude la nota.

Il postino ferito, Pietro de Simone, 56 anni, è stato ricoverato al Policlinico con ustioni di secondo grado a braccia,avambracci e mani, e contusioni al collo e al bacino. "Il mittente è un vigliacco", ha detto prima di lasciare l'ospedale dopo le dimissioni.

Per la Digos però non c'è nessun collegamento tra la lettere inviata alla Lega e le elezioni. "Nessun legame con le elezioni, l'obiettivo è la chiusura dei centri di identificazione per immigrati", ha detto Bruno Megale che guida la Digos di Milano. "Apparentemente non vi è collegamento con le elezioni, anche se la scelta del giorno prima del voto non è casuale ed è legata,  probabilmente, a ottenere a una maggiore visibilità mediatica", spiega l'esperto in antiterrorismo.

"Certamente l'obiettivo di questo gesto terroristico-  sottolinea- è la chiusura dei Cie. La lettera era indirizzata alla Lega Nord e ci sono delle esplicite minacce nei confronti del ministro dell'Interno, Roberto Maroni nella sua qualità di ministro e quindi di responsabile di queste politiche".

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