Oggi la Procura di Firenze ha notificato un nuovo provvedimento di custodia cautelare in carcere a Francesco Tagliavia in relazione alle stragi di Mafia del 93. Tagliavia era già stato indagato, ma la sua posizione venne archiviata
La procura fiorentina ha notificato un avviso di custodia cautelare in carcere a Francesco Tagliavia in relazione alle stragi del 93. Il gip ha spiegato che Tagliavia era stato indagato "per i medesimi fatti" per dichiarazioni “de relato” rese quasi 13 anni fa da Pietro Romeo. Quest'ultimo, si legge nell’ordinanza, "aveva riferito di aver appreso da Francesco Giuliano, in ordine alla diretta e assoluta dipendenza dal Tagliavia, di tre dei membri del “gruppo di fuoco” esecutori delle stragi (lo stesso Giuliano, oltre Cosimo Lo Nigro e Giuseppe Barranca) e in ordine all'incarico affidato dal Tagliavia al Giuliano di trovare appoggi a Firenze per compiervi l'attentato".
L'assenza di ulteriori riscontri, scrive il gip, e "la considerazione che Tagliavia era stato arrestato all'inizio della campagna stragista (il 22 maggio 1993) e altresì che la “famiglia” mafiosa di Corso dei Mille era stata da quel momento ricompresa nel mandamento di Brancaccio, diretto dai fratelli Graviano, motivò la richiesta e la decisione di archiviazione".
A far riaprire le indagini - con decreto datato 10 luglio 2008 - sono state le dichiarazioni non più “de relato” e assai più circostanziate, rese da Gaspare Spatuzza, tra i condannati all'ergastolo per le stragi del 93 come membro del “gruppo di fuoco”. Spatuzza, scrive il gip, "delineava Tagliavia quale soggetto coinvolto in prima persona, nella sua qualità di capo della famiglia di Corso dei Mille, nei processi decisionali relativi alla programmazione ed esecuzione di questi delitti".
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L'assenza di ulteriori riscontri, scrive il gip, e "la considerazione che Tagliavia era stato arrestato all'inizio della campagna stragista (il 22 maggio 1993) e altresì che la “famiglia” mafiosa di Corso dei Mille era stata da quel momento ricompresa nel mandamento di Brancaccio, diretto dai fratelli Graviano, motivò la richiesta e la decisione di archiviazione".
A far riaprire le indagini - con decreto datato 10 luglio 2008 - sono state le dichiarazioni non più “de relato” e assai più circostanziate, rese da Gaspare Spatuzza, tra i condannati all'ergastolo per le stragi del 93 come membro del “gruppo di fuoco”. Spatuzza, scrive il gip, "delineava Tagliavia quale soggetto coinvolto in prima persona, nella sua qualità di capo della famiglia di Corso dei Mille, nei processi decisionali relativi alla programmazione ed esecuzione di questi delitti".
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