Tangenti, in manette anche il segretario di Prosperini

Cronaca
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Jonathan Spalletti, assistente dell’ex assessore regionale della Lombardia, è finito agli arresti domiciliari accusato di aver portato in Italia dalla Svizzera 800mila euro riconducibili a tangenti pagate al politico lombardo

Il segretario dell'ex assessore regionale lombardo Pier Gianni Prosperini, Jonathan Soletti, finito oggi agli arresti domiciliari per riciclaggio, avrebbe fatto da “spallone” portando in Italia circa 800 mila euro in contanti, che erano depositati su un conto svizzero riconducibile al politico, arrestato nel dicembre scorso per un giro di mazzette sulla promozione televisiva del turismo.
 
Tra il 2008 e il 2009, stando alle indagini coordinate dai pm di Milano Alfredo Robledo e Paolo Storari e all'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Andrea Ghinetti, Soletti, 44 anni e segretario personale di Prosperini (ma non dipendente della Regione), avrebbe ritirato circa 800 mila euro da una società di servizi svizzera, la Silgocom, che aveva il compito di “monetizzare” i soldi depositati su un conto fiduciario elvetico riconducibile all'ex assessore. Sarebbero state proprio le dichiarazioni di un funzionario della società svizzera a mettere gli inquirenti sulle tracce di Soletti.
A quanto si è appreso, Soletti avrebbe fatto da “spallone”, prendendo fisicamente i contanti e portandoli in Italia. Dei soldi però si è persa traccia. A Prosperini, nel filone principale dell'inchiesta, viene contestato di aver incassato 230 mila euro come mazzetta per la promozione del turismo. Soldi che sono stati sequestrati al fine della confisca sulla stesso conto svizzero dove erano presenti anche gli altri 800 mila euro di depositi.

Prosperini, nei giorni scorsi, ha raggiunto un accordo con la Procura per patteggiare 3 anni e 5 mesi per le accuse di corruzione, truffa e turbativa d'asta. E il gip Ghinetti nelle prossime ore dovrebbe decidere sull'istanza di concessione dei domiciliari per l'ex assessore. Prosperini risulta, però, indagato anche per corruzione internazionale per aver mediato nella vendita di alcuni pescherecci al governo eritreo. E, secondo l'accusa, per quella mediazione avrebbe incassato proprio 800 mila euro.
   
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