Il capo della Protezione civile torna nella città colpita dal terremoto del 6 aprile 2009. "Pensare di rimuovere le macerie in tempi brevi non è possibile e chi pensa che con le carriole si possa portare via tutto, sbaglia"
Terremoto in Abruzzo, lo speciale
La rimozione delle macerie dell'Aquila è un lavoro "che richiederà tempo per fare le cose fatte bene" e dunque "chi pensa che con una carriola possa portare via tutto sbaglia". Lo ha detto il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, tornato a L'Aquila per incontrare i bambini di alcune scuole della città e della provincia.
Bertolaso ha fatto il punto sulla situazione delle macerie dopo la firma del premier sull'ordinanza che dà al commissario delegato, il presidente della Regione Gianni Chiodi, 24 mesi di tempo per rimuoverle.
"I santi sono in paradiso e lì stanno bene - dice Bertolaso - ritengo che il popolo delle carriole rappresenti un sentimento di disagio e preoccupazione, ma anche di speranza. Non c'è nulla di politico nelle loro manifestazioni, vogliono solo essere di stimolo per le autorità locali in modo che continuino il lavoro che si è fatto in questi 10 mesi". "E su questo - aggiunge il capo della Protezione civile - sono d'accordo con loro".
Il problema, però, è più complesso, e per far si che dall'Aquila spariscano le macerie del terremoto, sottolinea ancora Bertolaso, ci vorrà tempo.
"L'abbiamo detto fin dal primo giorno che si trattava di un problema lungo e complesso. Tra le macerie ci sono rifiuti speciali e pezzi di monumenti che hanno una rilevanza storica. Pensare di rimuoverle in tempi brevi non è possibile e chi pensa che con le carriole si possa portare via tutto sbaglia, bisogna fare le cose fatte bene e con i tempi giusti".
Bertolaso è anche tornato sull'inchiesta per gli appalti del G8 in cui è indagato per corruzione, che lo ha tenuto lontano dall'Aquila per alcuni giorni. "Resto amareggiato e confuso - dice - ma fino a quando avrò questo incarico andremo avanti per dare risposte a chi ne ha bisogno. Dovevo venire un mese fa, abbiamo avuto qualche problema. Ora però siamo ancora qui, vivi e vegeti, per mantenere gli impegni e le promesse che abbiamo preso. C'è ancora molto da fare - conclude - e noi non abbandoneremo il nostro compito".
Intanto, il provvedimento contenuto nella nuova ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri che prevede la rimozione delle macerie del terremoto entro 24 mesi non ferma il "popolo delle carriole" che ha chiesto al questore dell'Aquila, Stefano Cecere, oltre al sindaco del capoluogo, Massimo Cialente, la possibilità di tornare in piazza Palazzo, nella zona rossa, evitando qualsiasi attrito con le forze dell'ordine.
"Siamo simbolici fino a un certo punto - scrivono in una nota gli organizzatori della mobilitazione - domenica scorsa abbiamo differenziato circa 40 tonnellate di materiale da recuperare o riciclare e inviato alla discarica 10 tonnellate di sterro indifferenziato". L'appuntamento è alle 9.30.
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La rimozione delle macerie dell'Aquila è un lavoro "che richiederà tempo per fare le cose fatte bene" e dunque "chi pensa che con una carriola possa portare via tutto sbaglia". Lo ha detto il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, tornato a L'Aquila per incontrare i bambini di alcune scuole della città e della provincia.
Bertolaso ha fatto il punto sulla situazione delle macerie dopo la firma del premier sull'ordinanza che dà al commissario delegato, il presidente della Regione Gianni Chiodi, 24 mesi di tempo per rimuoverle.
"I santi sono in paradiso e lì stanno bene - dice Bertolaso - ritengo che il popolo delle carriole rappresenti un sentimento di disagio e preoccupazione, ma anche di speranza. Non c'è nulla di politico nelle loro manifestazioni, vogliono solo essere di stimolo per le autorità locali in modo che continuino il lavoro che si è fatto in questi 10 mesi". "E su questo - aggiunge il capo della Protezione civile - sono d'accordo con loro".
Il problema, però, è più complesso, e per far si che dall'Aquila spariscano le macerie del terremoto, sottolinea ancora Bertolaso, ci vorrà tempo.
"L'abbiamo detto fin dal primo giorno che si trattava di un problema lungo e complesso. Tra le macerie ci sono rifiuti speciali e pezzi di monumenti che hanno una rilevanza storica. Pensare di rimuoverle in tempi brevi non è possibile e chi pensa che con le carriole si possa portare via tutto sbaglia, bisogna fare le cose fatte bene e con i tempi giusti".
Bertolaso è anche tornato sull'inchiesta per gli appalti del G8 in cui è indagato per corruzione, che lo ha tenuto lontano dall'Aquila per alcuni giorni. "Resto amareggiato e confuso - dice - ma fino a quando avrò questo incarico andremo avanti per dare risposte a chi ne ha bisogno. Dovevo venire un mese fa, abbiamo avuto qualche problema. Ora però siamo ancora qui, vivi e vegeti, per mantenere gli impegni e le promesse che abbiamo preso. C'è ancora molto da fare - conclude - e noi non abbandoneremo il nostro compito".
Intanto, il provvedimento contenuto nella nuova ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri che prevede la rimozione delle macerie del terremoto entro 24 mesi non ferma il "popolo delle carriole" che ha chiesto al questore dell'Aquila, Stefano Cecere, oltre al sindaco del capoluogo, Massimo Cialente, la possibilità di tornare in piazza Palazzo, nella zona rossa, evitando qualsiasi attrito con le forze dell'ordine.
"Siamo simbolici fino a un certo punto - scrivono in una nota gli organizzatori della mobilitazione - domenica scorsa abbiamo differenziato circa 40 tonnellate di materiale da recuperare o riciclare e inviato alla discarica 10 tonnellate di sterro indifferenziato". L'appuntamento è alle 9.30.
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