La lettera di Simonetta Cesaroni: "Sono nauseata da tutto"

Cronaca
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Delitto di via Poma, "Io non sono niente per lui; mi maltratterebbe se potesse". La donna uccisa a coltellate il 7 agosto 1990 a Roma scriveva così ad un'amica a proposito del rapporto con Raniero Busco. Il documento acquisito al fascicolo del processo

"Non ho la forza e abbastanza rispetto di me per dire basta una volta per tutte. Io non sono niente per lui, mi maltratterebbe se potesse".
Questo scriveva ad un'amica Simonetta Cesaroni, uccisa a Roma il 7 agosto 1990, a proposito del suo rapporto col fidanzato Raniero Busco. Parole che la donna avrebbe scritto a una delle sue più care amiche, Donatella.

Oltre dunque alla lettera nella quale Simonetta, rivolgendosi a Babbo Natale, scrive le sue delusioni amorose , al fascicolo del processo viene acquisita anche questa missiva che in sostanza raccoglie uno sfogo per la precarietà del suo rapporto con Raniero Busco.
La lettera, come quella indirizzata a Babbo Natale, è agli atti del processo che si svolge davanti alla terza Corte d'Assise di Roma.

"Cara Donatella - scrive la Cesaroni - dopo aver letto la terza volta la lettera che mi hai scritto mi sono resa conto che hai ragione. Tu sei passata da una persona che ti trattava bene a una che ti tratta benissimo io invece sono scesa sempre più in basso e la cosa peggiore è che non riesco ad uscirne. Tante volte mi sono alzata la mattina convinta che l'avrei fatta finita con la storia; ma una volta davanti a lui non ho la forza. So cosa significa stare male, soffrire per la sua indifferenza, ma soprattutto piangere e annullare me stessa. Allora no, deve finire. Ieri sera per l'ennesima volta, mi ha presa in giro. Voglio odiarlo, odiarlo più di quanto lo amo. Sono nauseata di tutto questo. Ma non solo di lui, anche e soprattutto di me stessa perché non ho la forza e abbastanza rispetto di me per dire basta una volta per tutte. Io non sono niente per lui, mi maltratterebbe se potesse".

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