Dietro la Prefettura i lavoratori dell’area industriale e portuale di Gioia Tauro protestano per chiedere di revocare i provvedimenti di cassa integrazione. Con loro anche la Rete No Ponte. Ascolta le loro ragioni
Proteste a Reggio Calabria, dove oggi si è svolto il Consiglio dei ministri. Dietro la Prefettura della città, dove l’esecutivo si è incontrato per approvare il Piano straordinario di contrasto delle mafie, si sono tenuti tre sit-in dei lavoratori dell'area industriale di Gioia Tauro, del porto gioiese e della Rete No Ponte. I primi due per chiedere l'intervento del governo affinché vengano revocati i provvedimenti di cassa integrazione che sono stati annunciati. In particolare, i lavoratori portuali che dovrebbero andare in cassa integrazione sono 400, mentre quelli dell'area industriale, dipendenti di sei diverse aziende, sono circa 200. La Rete No Ponte protesta invece per ottenere che i fondi destinati al ponte sullo Stretto, che considerano un'opera inutile a dannosa, vengano destinati per fini sociali e di utilità pubblica.
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