Immigrati: il 1 marzo starete 24 ore senza di noi

Cronaca
Nelly Diop, una delle promotrici della gionata di sciopero dei lavoratori stranieri in Italia, indetta il prossimo 1 marzo, mostra il manifesto della mobilitazione
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Su Facebook sono già 40 mila le adesioni alla giornata di mobilitazione indetta per far vedere agli italiani cosa succederebbe se gli stranieri incrociassero le braccia. E gli immigrati scenderanno in piazza anche in Francia, Spagna e Grecia

Lo sciopero vero e proprio probabilmente non ci sarà, ma il primo marzo in diverse città italiane gli immigrati scenderanno in piazza per rendere visibile il loro peso nella vita economica e sociale del Paese.
Lo stesso succederà in Francia, in Spagna e probabilmente anche in Grecia, sull'onda di una mobilitazione veicolata da Internet, "per dire no - come si legge nel manifesto dell'iniziativa presentato oggi dagli organizzatori - alle politiche locali e nazionali di rifiuto ed esclusione" e al "razzismo istituzionale".

L'idea è nata proprio in Francia, dove il prossimo primo marzo dalle 12 alle 14 gli immigrati insceneranno dei sit in davanti ai municipi, per "protestare contro le politiche sull’immigrazione promosse dal governo" spiega la responsabile del movimento francese Nadia Lamarkbi, oggi a Milano per la presentazione dell'analoga iniziativa italiana 'Primo Marzo 2010, 24 ore senza di noi'.

Su Facebook il gruppo ha raccolto in un mese 40 mila adesioni e in diverse città di tutta Italia si stanno moltiplicando comitati locali, per ora siamo a quota 17" spiega la presidente del comitato organizzatore Stefania Ragusa. "Il nostro obiettivo - continua la Ragusa - è far vedere che non ci sono noi e loro, che le nostre vite sono già mescolate".

Sciopero bianco, astensione dai consumi, adesione simbolica indossando il fiocco giallo, scelto come colore dell'iniziativa: sono alcune delle forme di protesta prese in considerazione, nella consapevolezza della difficoltà di proclamare un vero e proprio sciopero, come era nei propositi iniziali del movimento.
"Noi riteniamo che oggi in Italia si debba sostenere questa giornata di sensibilizzazione ma non proclameremo lo sciopero" ha affermato Giovanni Minali, membro della segreteria della Cgil Lombardia, che insieme alla Cisl darà il sostegno alle iniziative che il movimento metterà in atto sul territorio.
"A Milano ad esempio l'intenzione è far vedere dove e come lavorano gli immigrati, spesso senza alcuna tutela, dall'ortomercato ai cantieri dell'hinterland" anticipa Minali. Ma il fermento nelle comunità straniere è notevole. "Per quanto mi riguarda quel giorno abbasserò la saracinesca del mio negozio e non manderò i miei figli a scuola, e inviterò amici e parenti a fare altrettanto" assicura Najat Tantaoui, 30enne nordafricana, titolare di un internet point a Cinsello Balsamo, che dice convinta che "per mettere fine alle discriminazioni, gli immigrati devono impegnarsi in prima persona".

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