I cittadini dei paesi colpiti dall’alluvione protestano contro il sindaco, che ha deciso di farli tornare nelle case considerate agibili. “Abbiamo paura, deve essere messa in sicurezza la montagna”. Intanto, a causa della pioggia scatta l'allarme frane
“La zona verde torna a casa, ma cosa è cambiato?”. E’ uno dei cartelli portati in corteo dai circa 200 sfollati di Messina, che protestano contro le decisioni del sindaco di far tornare, nelle zone considerate sicure dalla Protezione civile, molti cittadini che invece chiedono prima la messa in sicurezza della montagna.
La paura degli abitanti cresce inoltre a causa dell'allarme piogge che in queste ore sta interessando il versante ionico nord orientale della Sicilia, nei comuni di Messina, Itala e Scaletta Zanclea, stessi luoghi dove qualche mese fa si è abbattuto il violento nubifragio che ha distrutto alcune frazioni, provocando circa trenta morti.
Su tutto il territorio regionale, la Protezione civile prevede fino a domattina moderata criticità per rischio idrogeologico, con livello di 'attenzione'; mentre per i tre comuni del messinese è scattato il livello superiore di 'allarme'.
Il corteo, guidato dal comitato di cittadini 'Insieme per non dimenticare', parte da Piazza Castronovo e arriva in Prefettura, dove una delegazione di sfollati sarà ricevuta dal prefetto Francesco Alecci. "Non torneremo nelle nostre abitazioni - ha detto Marisa Calafiore, presidente del comitato - abbiamo paura e pretendiamo che prima sia messa in sicurezza la montagna. Il sindaco dice che non siamo obbligati a tornare, ma c'è un ricatto psicologico perché a chi non torna nelle proprie case non sarà più pagato l'albergo o il sussidio". "Molti cittadini - aggiunge - nonostante la paura, sono già rientrati nelle loro case perché non sanno come pagarsi l'affitto di un appartamento".
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