Quarantanove infermieri in servizio nelle strutture ospedaliere della Asl 5 spezzina sono stati denunciati dai carabinieri del Nas di Genova per mancanza di iscrizione all'albo del collegio professionale
L'esercizio di una professione svolto senza i titoli abilitanti prescritti. Per questa accusa sono stati denunciati 49 infermieri dell'Asl 5 di La Spezia che operavano senza l'attestato di iscrizione all'albo previsto dalla legge. A scoprire il fatto sono stati i carabinieri del Nas del comando di Genova, durante un controllo nel settore.
L'inchiesta dei Nas sul possesso dei titoli professionali abilitanti da parte del personale dipendente della Asl 5 della Spezia, era partita tre anni fa da un caso finito in tragedia. Era emerso nel 2006 che una giovane donna, che aveva operato in qualità di medico per alcuni mesi, in prima linea col 118, non aveva mai conseguito la laurea. Una volta scoperta, la donna si era suicidata.
Roberta (questo il nome di battesimo) era una studentessa fuori corso in medicina. Quando aveva letto l'annuncio della ricerca di personale della Asl 5, aveva risposto: era stata assunta a tempo determinato, firmando una autocertificazione, come reso possibile dalla legge Bassanini. Aveva preso servizio, mostrandosi fra l'altro brava e molto disponibile. Ai colleghi aveva raccontato di essersi laureata quindici anni prima, e di non aver mai esercitato. A bordo dell'automedica, si era occupata di casi anche gravi. L'incarico, di pochi mesi, si era poi concluso e, al momento del pagamento, la Asl aveva richiesto la documentazione di legge necessaria per saldare il conto. A quel punto era emerso il dolo. La giovane era stata quindi denunciata per abuso della professione medica. La donna, 39 anni, di origini toscane, che non aveva detto nemmeno al marito della sua bugia, si era buttata dal terrazzo di casa: quinto piano. L'avevano trovata i vicini, alle 7.20 di mattina, ai piedi del palazzo nel quartiere di Ressora, nel Comune di Arcola. Era morta tre ore dopo. Dopo quel caso, erano partiti controlli a raffica dei Nas, su tutto il personale.
L'inchiesta dei Nas sul possesso dei titoli professionali abilitanti da parte del personale dipendente della Asl 5 della Spezia, era partita tre anni fa da un caso finito in tragedia. Era emerso nel 2006 che una giovane donna, che aveva operato in qualità di medico per alcuni mesi, in prima linea col 118, non aveva mai conseguito la laurea. Una volta scoperta, la donna si era suicidata.
Roberta (questo il nome di battesimo) era una studentessa fuori corso in medicina. Quando aveva letto l'annuncio della ricerca di personale della Asl 5, aveva risposto: era stata assunta a tempo determinato, firmando una autocertificazione, come reso possibile dalla legge Bassanini. Aveva preso servizio, mostrandosi fra l'altro brava e molto disponibile. Ai colleghi aveva raccontato di essersi laureata quindici anni prima, e di non aver mai esercitato. A bordo dell'automedica, si era occupata di casi anche gravi. L'incarico, di pochi mesi, si era poi concluso e, al momento del pagamento, la Asl aveva richiesto la documentazione di legge necessaria per saldare il conto. A quel punto era emerso il dolo. La giovane era stata quindi denunciata per abuso della professione medica. La donna, 39 anni, di origini toscane, che non aveva detto nemmeno al marito della sua bugia, si era buttata dal terrazzo di casa: quinto piano. L'avevano trovata i vicini, alle 7.20 di mattina, ai piedi del palazzo nel quartiere di Ressora, nel Comune di Arcola. Era morta tre ore dopo. Dopo quel caso, erano partiti controlli a raffica dei Nas, su tutto il personale.