Due pediatri dell'ospedale Santa Chiara di Trento sono indagati per omicidio volontario, in seguito alla morte di Selver Kurtalic, 20 anni, avvenuta durante una degenza dovuta ad una grave malattia degenerativa. Il sospetto è che si tratti di eutanasia
Due pediatri dell'ospedale Santa Chiara di Trento sono indagati per omicidio volontario, in seguito alla morte di un ragazzo di 20 anni, Selver Kurtalic, avvenuta lunedi' durante una degenza dovuta ad una grave malattia degenerativa. Il sospetto è che si tratti di un caso di eutanasia.
La Procura, come riportano oggi alcuni quotidiani, ha aperto un'inchiesta a partire da una segnalazione al Nas di Trento, di cui al momento non viene resa nota la fonte. L'Azienda provinciale per i servizi sanitari conferma l'apertura di un fascicolo presso la Procura e ha aperto a sua volta un'indagine interna. I familiari del ragazzo, di origine bosniaca, a Trento dal 1992, sostengono che i medici hanno sempre curato il loro figlio con grande umanita' e professionalità. Il ragazzo, nonostante l'eta', era ancora in cura nel reparto di Pediatria in quanto la malattia si era manifestata subito dopo la nascita e da allora i ricoveri erano stati frequentissimi.
La Procura di Trento ha acquisito ieri sera la documentazione clinica del caso e ha disposto l'autopsia.
Il medico legale, secondo quanto ha dichiarato il difensore di uno dei due sanitari indagati, dovrà chiarire "cause e concause del decesso" e in particolare "se al paziente sia stata somministrata una fiala di cloruro di potassio o altre sostanze medicinali, giustificate o meno come terapia". L'anatomopatologo dovrà anche stabilire quale sarebbe stata "l'aspettativa di vita" del giovane. Secondo l'avvocato uno dei due indagati in realtà non era in servizio al momento del decesso e la Procura si appresterebbe quindi a stralciare la sua posizione dal fascicolo.
La Procura, come riportano oggi alcuni quotidiani, ha aperto un'inchiesta a partire da una segnalazione al Nas di Trento, di cui al momento non viene resa nota la fonte. L'Azienda provinciale per i servizi sanitari conferma l'apertura di un fascicolo presso la Procura e ha aperto a sua volta un'indagine interna. I familiari del ragazzo, di origine bosniaca, a Trento dal 1992, sostengono che i medici hanno sempre curato il loro figlio con grande umanita' e professionalità. Il ragazzo, nonostante l'eta', era ancora in cura nel reparto di Pediatria in quanto la malattia si era manifestata subito dopo la nascita e da allora i ricoveri erano stati frequentissimi.
La Procura di Trento ha acquisito ieri sera la documentazione clinica del caso e ha disposto l'autopsia.
Il medico legale, secondo quanto ha dichiarato il difensore di uno dei due sanitari indagati, dovrà chiarire "cause e concause del decesso" e in particolare "se al paziente sia stata somministrata una fiala di cloruro di potassio o altre sostanze medicinali, giustificate o meno come terapia". L'anatomopatologo dovrà anche stabilire quale sarebbe stata "l'aspettativa di vita" del giovane. Secondo l'avvocato uno dei due indagati in realtà non era in servizio al momento del decesso e la Procura si appresterebbe quindi a stralciare la sua posizione dal fascicolo.