Spatuzza, Dell'Utri: "La mafia vuole colpire il governo"

Cronaca
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Il senatore del Pdl al processo d'appello in cui è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. "I Graviano? Non li ho mai conosciuti, io non conosco nessuno". Attesa per la deposizione di Spatuzza

"La mafia ha l'interesse a buttare giù un governo che sta lottando contro la mafia". Lo ha detto Marcello Dell'Utri al processo d'appello in cui è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Per il collaboratore Gaspare Spatuzza Cosa Nostra ha avuto proprio in Dell'Utri e Berlusconi i suoi referenti politici. "Assisto a uno spettacolo incredibile - ha aggiunto Dell'Utri - . Mi sento a teatro, ma il protagonista-imputato non sono io".

"Spatuzza non è un pentito dell'antimafia, ma della mafia. Il governo Berlusconi è quello che più si è impegnato nella lotta a Cosa Nostra", ha Dell'Utri parlando con i giornalisti durante una pausa del processo.

"La mafia ha tutto l'interesse a buttare giù un governo che sta lottando contro la mafia come mai nel passato. Sono dati oggettivi -ha concluso il senatore - c'è stato il massimo dei latitanti catturati, il massimo dei beni sequestrati, il massimo delle pene severe contro i condannati per mafia".

"I Graviano? Non li ho mai conosciuti, io non conosco nessuno", ha detto il senatore. "'Provenzano? Sta scherzando", ha aggiuto rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se conoscesse questi personaggi. "Io conoscevo Vittorio Mangano - ha affermato Dell'Utri - punto e basta". Dell'Utri ha poi negato di avere ricevuto messaggi mafiosi: "Ma quali messaggi? Le dichiarazioni di Ciancimino mi fanno ridere...".

"Gli incontri con i Graviano non esistono, non ci sono mai stati, e non ho mai saputo addirittura chi sono", ha aggiunto il senatore. "Dicono che Provenzano mi ha mandato dei bigliettini: cose assurde - ha sottolineato il senatore del Pdl - è un teatrino, perché parlare di teatro sarebbe troppo". Il senatore si è detto comunque fiducioso sul buon esito del processo d'appello: "Sono sicuro che finirà tutto nel nulla - ha detto - perché non c'è nulla". Resta comunque l'amarezza per le accuse di essere stato uno dei mandanti delle stragi mafiose dei primi anni Novanta: "Sono cose fuori dal mondo - ha detto al riguardo - si rischia di impazzire".

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