La DIA del capoluogo campano ha eseguito questa mattina un'ordinanza contro un capoclan, arrichitosi anche con i finanziamenti per contrastare la camorra.
La Direzione investigativa antimafia di Napoli ha eseguito questa mattina un provvedimento di sequestro beni emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale partenopeo a carico di Salvatore Somma, 54 anni, detto 'o luongo, del fratello Luigi, 39 anni, e del figlio Giovanni, 27 anni, tutti detenuti. Salvatore Luongo è il capo di un clan del nolano, alleato ai La Marca, e in passato legato alla camorra di Carmine Alfieri e a quella di Mario Fabbrocino, ma anche, con il fratello, imprenditore del settore tessile, con un'azienda che produce biancheria da tavola, da letto e da arredamento.
I beni sequestrati ammontano a 20 milioni di euro, di cui 500mila euro in contanti e titoli esigibili immediatamente, ma anche terreni, appartamenti e fabbricati a Nola e Ottaviano, due aziende, di cui una con otto dipendenti, e quote di un complesso turistico a Scario, nel salernitano, in località Marcianeto, con 61 appartamenti, piscina, campi da tennis e lido balneare. Le indagini sui fratelli Somma sono cominciate nel 2003 e nel 2007 hanno portato all'emissione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Il sequestro operato oggi da una 50 di uomini del capo centro Dia Maurizio Vallone, nel corso dell'operazione Trepiù, riguarda beni ritenuti frutto di estorsioni, usura e rapine. Ai fratelli Somma venne contestato di aver utilizzato fondi ottenuti con falsa documentazione e dipendenti pubblici compiacenti a valere sulla legge 488/92, che, tra l'altro, oltre a sostenere lo sviluppo dell'industria del territorio, mirava anche a sottrarre manovalanza giovane alla camorra con l'occupazione.
In realtà i due utilizzarono circa 1,5 mln per acquistare beni di lusso, tra cui 2 Ferrari da 300mila euro. Durante l'esecuzione del provvedimento di sequestro, inoltre, sono stati trovati crediti per centinaia di migliaia di euro intestati a parenti dei tre Somma detenuti, nonchè alcuni vantati nei confronti di una società per azioni con sede a Napoli che, per un gioco di scatole cinesi, fa capo a una società con sede estera, crediti sui quali si stanno approfondendo indagini. Sequestrate anche giacenze di magazzino di tessuti per 250mila euro che probabilmente erano destinate ai mercatini, attività sulla quale la camorra esercita forme di controllo.
I beni sequestrati ammontano a 20 milioni di euro, di cui 500mila euro in contanti e titoli esigibili immediatamente, ma anche terreni, appartamenti e fabbricati a Nola e Ottaviano, due aziende, di cui una con otto dipendenti, e quote di un complesso turistico a Scario, nel salernitano, in località Marcianeto, con 61 appartamenti, piscina, campi da tennis e lido balneare. Le indagini sui fratelli Somma sono cominciate nel 2003 e nel 2007 hanno portato all'emissione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Il sequestro operato oggi da una 50 di uomini del capo centro Dia Maurizio Vallone, nel corso dell'operazione Trepiù, riguarda beni ritenuti frutto di estorsioni, usura e rapine. Ai fratelli Somma venne contestato di aver utilizzato fondi ottenuti con falsa documentazione e dipendenti pubblici compiacenti a valere sulla legge 488/92, che, tra l'altro, oltre a sostenere lo sviluppo dell'industria del territorio, mirava anche a sottrarre manovalanza giovane alla camorra con l'occupazione.
In realtà i due utilizzarono circa 1,5 mln per acquistare beni di lusso, tra cui 2 Ferrari da 300mila euro. Durante l'esecuzione del provvedimento di sequestro, inoltre, sono stati trovati crediti per centinaia di migliaia di euro intestati a parenti dei tre Somma detenuti, nonchè alcuni vantati nei confronti di una società per azioni con sede a Napoli che, per un gioco di scatole cinesi, fa capo a una società con sede estera, crediti sui quali si stanno approfondendo indagini. Sequestrate anche giacenze di magazzino di tessuti per 250mila euro che probabilmente erano destinate ai mercatini, attività sulla quale la camorra esercita forme di controllo.