China, un amico intimo di Brenda dice: "Era una grande esperta di computer, l'ex governatore le diede un compenso di 30 mila euro". Intanto anche per la morte di Gianguerino Cafasso si indaga per omicidio
BRENDA, L'ALBUM FOTOGRAFICO
Sono ore decisive per ritrovare i possibili segreti custoditi nel pc rinvenuto dalla polizia nel lavandino, sotto il getto d'acqua di un rubinetto aperto, venerdì scorso nel piccolo appartamento di Via dei due ponti, dove la trans Brenda viveva. A chiarire che l'uomo era un grande esperto di computer è stato China, un intimo amico della trans morta, davanti alle telecamere di Porta a Porta. Un particolare importante perché ai magistrati nell'interrogatorio del 2 novembre Brenda dichiarò di non possedere un computer anche perchè non lo sapeva usare.
Mancano all'appello due mazzi di chiavi del monolocale, uno dei quali potrebbe essere stato sottratto a Brenda dopo l'aggressione che subì da alcuni romeni l'otto novembre scorso. Resta pure il giallo dei due cellulari scomparsi. Ospite della trasmissione di Bruno Vespa, un trans amico di Brenda, alla domanda su quanti telefonini avesse la vittima, ha risposto che nell'ultimo periodo ne aveva avuti diversi. Invece sui rapporti con l'ex governatore della regione Lazio ha aggiunto: "Brenda ci aveva detto di avere avuto un compenso molto alto da Marrazzo, 30 mila euro, e che a fare la trappola all'ex governatore erano state Giosy e Natalie". Intanto, dopo i risultati ufficiosi delle nuove perizie, rischia di essere rubricata come omicidio la morte di Gianguerino Cafasso, il pusher dei trans di Roma Nord, deceduto lo scorso 12 settembre, ufficialmente per un infarto da overdose.
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