Il procuratore di Messina Guido Lo Forte ha incontrato i carabinieri che svolgeranno le indagini. Si partirà dall’alluvione del 2007. Tra sopralluoghi e demolizioni ecco come si procederà
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Oggi un primo meeting a Messina tra il procuratore capo Guido lo Forte e i carabinieri. C’era anche il tenente colonnello dei Carabinieri Bruno Luigi, comandante del reparto operativo e titolare della delega per le indagini.
Abusivismo edilizio? Disastro colposo? Quali i reati che si ipotizzano?
"Le indagini saranno a 360 gradi” risponde secco l’ufficiale dell’Arma.
Il messinese non si è ancora risvegliato dall’incubo di fango che giovedì scorso ha invaso interi paesi, strade, case, le vite dei suoi abitanti. Dopo l’alluvione restano vittime, feriti, dispersi, sfollati.
“Il nostro obiettivo è stabilire con rigore e con celerità le cause” del disastro afferma il tenente colonnello Bruno Luigi.
I militari saranno impegnati in sopralluoghi, documentazioni e investigazioni a stretto contatto con i vigili del fuoco e la protezione Civile, insieme ai tecnici cui sono affidati gli accertamenti idrogeologici.
I sopralluoghi nelle zone colpite dagli smottamenti sono già iniziati e “procedono con una squadra di tecnici che riferisce direttamente alle autorità giudiziarie” dichiara l'ufficiale dell'Arma.
E nella serata di ieri è iniziato l’abbattimento di uno stabile a Scaletta Zanclea, paese della riviera jonica a sud di Messina e immerso nel fango. “L’immobile è a rischio – dice il responsabile del reparto operativo del comando provinciale dell’Arma – E si teme ci possa essere una vittima intrappolata”.
La Procura della Repubblica di Messina sarebbe orientata a concentrare le indagini a partire dal 2007. Il 25 ottobre di quell'anno, infatti, si verificò un'altra alluvione nelle zone ora colpite dal disastro che in quel caso non provocò vittime ma danni ingenti. I magistrati cercheranno di stabilire se da quel momento la pubblica amministrazione abbia provveduto a realizzare opere per mettere in sicurezza quei territori.
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