Libertà di stampa: giornalisti in piazza il 3 ottobre

Cronaca
Particolare della locandina che invita alla manifestazione indetta dal sindacato dei giornalisti
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La manifestazione, che si terrà a Roma, è stata indetta per ribadire il "diritto inalienabile di ogni cittadino a un'informazione libera, completa e plurale". Numerose le adesioni. Berlusconi: "È una farsa assoluta"

“Informazione, no al guinzaglio”: è questo lo slogan della manifestazione indetta dalla Federazione nazionale della stampa italiana (il sindacato unitario dei giornalisti) il prossimo 3 ottobre a piazza del Popolo, a Roma.  L’obiettivo è sostenere “i principi e i valori dell’articolo 21 della Costituzione”, garantendo “il diritto inalienabile di ogni cittadino a un’informazione libera, completa e plurale”. Per Silvio Berlusconi però si tratta di "una farsa assoluta. In Italia è ottima la libertà di stampa".
L'Fnsi denuncia invece “disegni di legge bavaglio. Azioni forti in sedi giudiziarie. Continue, giornaliere invettive pubbliche dei potenti, a cominciare dal premier, contro giornali e giornalisti, considerati non graditi”.
“Non è la prima volta – si legge in una nota della federazione - che è stata necessaria la mobilitazione anche contro governi diversi da quello attuale. Ma oggi si sta vivendo una fase di grande pericolo, con attacchi senza precedenti”. Secondo i dati della Freedom House, un’organizzazione non profit indipendente fondata negli Stati Uniti nel 1941, l’Italia è l’unico paese europeo ad essere retrocesso dalla categoria dei “Paesi con stampa libera” a quella dei Paesi dove la libertà di stampa è “parziale”.

L’iniziativa del sindacato dei giornalisti ha raccolto numerose adesioni: i comitati di redazione di alcuni periodici e quotidiani, l’Associazione Nazionale Partigiani, la Cgil, le Acli, l’Arci, l’associazione Art. 21. Prevista inoltre la partecipazione di politici, scrittori, giuristi e personaggi televisivi.
La manifestazione si sarebbe dovuta svolgere il 19 settembre scorso. L’attentato di Kabul, dove hanno perso la vita sei militari italiani e dieci civili afgani, ha però indotto la Fnsi a uno slittamento di due settimane.


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