L'imprenditore calabrese Pino Masciari racconta a un filmmaker di Current la sua storia divisa tra politica, economia, mafia e lotta ai poteri forti in nome dell'onestà e della giustizia. In onda sul canale 130 di SKY mercoledì 3 giugno alle ore 23
“Vivere senza scorta”, il caso dell'imprenditore calabrese Pino Masciari è al centro della tredicesima inchiesta Vanguard in onda mercoledì 3 giugno alle ore 23.00 su Current (130 Sky).
Dal 1997 sottoposto a programma speciale di protezione per aver denunciato le collusioni tra 'ndrangheta e politica e, dal 2004, lasciato senza scorta con una notifica del Ministero degli Interni, Pino Masciari racconta a un filmmaker della community di Current.it, la sua storia divisa tra politica, economia, mafia e lotta ai poteri forti in nome dell'onestà e della giustizia.
Nella puntata "Vivere senza Scorta", la storia di Pino Masciari, cittadino, imprenditore, testimone di giustizia è utile a fare i conti con le responsabilità dello Stato e a ricordarci che lo Stato siamo noi.
Infatti, l’inchiesta Vanguard racconta anche la storia di un gruppo di ragazzi provenienti da tutta Italia, che hanno deciso di esprimere solidarietà a Pino Masciari facendogli da "scorta" nelle sue trasferte giudiziarie. Solo qualche settimana fa, Pino Masciari ha manifestato al Quirinale per chiedere che lo Stato si occupi della sua sicurezza. L’imprenditore calabrese ha indetto lo sciopero della fame e della sete, perché sia applicata la sentenza del TAR che si è espresso contro la revoca del programma di protezione. Il programma di protezione dei testimoni di giustizia ha un forte valore simbolico ma anche pratico. Ed è molto complesso e articolato. Prevede risarcimenti, misure di tutela, tempi e modi stabiliti dalla legge. Ma non sempre questa legge riesce a mettere d'accordo istituzioni e persone.
Quello di Pino Masciari per certi aspetti è un caso limite e per altri è emblematico. Il ministero, al di là del ruolo fondamentale di testimone nei processi, gli rimprovera comportamenti poco collaborativi. Masciari, da parte sua, denuncia l'abbandono da parte dello Stato. Per dibattere su questo tema così delicato, Current ha chiesto il parere a due voci importanti, espressione dell'impegno politico, civile, istituzionale e professionale al servizio della legalità: Francesco Forgione, già presidente della Commissione parlamentare antimafia e ora responsabile per la legalita' della regione Lazio, sostenitore della cultura della legalità e dei diritti; e il sostituto procuratore a Roma Luca Tescaroli, pubblico ministero per le stragi di Capaci e via D'Amelio. Oggi segue il processo sull'omicidio di Roberto Calvi.
Dal 1997 sottoposto a programma speciale di protezione per aver denunciato le collusioni tra 'ndrangheta e politica e, dal 2004, lasciato senza scorta con una notifica del Ministero degli Interni, Pino Masciari racconta a un filmmaker della community di Current.it, la sua storia divisa tra politica, economia, mafia e lotta ai poteri forti in nome dell'onestà e della giustizia.
Nella puntata "Vivere senza Scorta", la storia di Pino Masciari, cittadino, imprenditore, testimone di giustizia è utile a fare i conti con le responsabilità dello Stato e a ricordarci che lo Stato siamo noi.
Infatti, l’inchiesta Vanguard racconta anche la storia di un gruppo di ragazzi provenienti da tutta Italia, che hanno deciso di esprimere solidarietà a Pino Masciari facendogli da "scorta" nelle sue trasferte giudiziarie. Solo qualche settimana fa, Pino Masciari ha manifestato al Quirinale per chiedere che lo Stato si occupi della sua sicurezza. L’imprenditore calabrese ha indetto lo sciopero della fame e della sete, perché sia applicata la sentenza del TAR che si è espresso contro la revoca del programma di protezione. Il programma di protezione dei testimoni di giustizia ha un forte valore simbolico ma anche pratico. Ed è molto complesso e articolato. Prevede risarcimenti, misure di tutela, tempi e modi stabiliti dalla legge. Ma non sempre questa legge riesce a mettere d'accordo istituzioni e persone.
Quello di Pino Masciari per certi aspetti è un caso limite e per altri è emblematico. Il ministero, al di là del ruolo fondamentale di testimone nei processi, gli rimprovera comportamenti poco collaborativi. Masciari, da parte sua, denuncia l'abbandono da parte dello Stato. Per dibattere su questo tema così delicato, Current ha chiesto il parere a due voci importanti, espressione dell'impegno politico, civile, istituzionale e professionale al servizio della legalità: Francesco Forgione, già presidente della Commissione parlamentare antimafia e ora responsabile per la legalita' della regione Lazio, sostenitore della cultura della legalità e dei diritti; e il sostituto procuratore a Roma Luca Tescaroli, pubblico ministero per le stragi di Capaci e via D'Amelio. Oggi segue il processo sull'omicidio di Roberto Calvi.