Terremoto, la Pasqua mesta nella città che vuole risorgere

Cronaca
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Senza rintocchi di campane abbattute con gli antichi campanili, con la caserma trasformata in cattedrale e le messe celebrate tra le tende. Con uova, agnello e solidarietà. Per non sentire la terra che trema e il conteggio delle vittime che sale, ancora

Una vigilia di passione il sabato santo per gli oltre 40 mila sfollati dopo il terremoto del 6 aprile.
E la Pasqua, giornata che la Chiesa cattolica collega alla rinascita, sarà per L'Aquila occasione di un'altra lunga commemorazione. Le uova di Pasqua, la colomba e l'agnello ci saranno. La Messa di Pasqua anche. Non in Chiesa perché all'Aquila sono tutte inagibili. Senza campane a festa, perché non hanno resistito alle scosse gli antichi campanili.

Ma nelle tendopoli dove alloggiano gli sfollati saranno realizzati piccoli altari per portare comunque a tutti il senso della festa religiosa che celebra la resurrezione. La Curia arcivescovile dell'Aquila, con l'aiuto degli uomini e dei volontari della Protezione Civile, sta preparando le varie iniziative per le quali sono mobilitati oltre cento sacerdoti. E i volontari che da una settimana stanno gestendo le cucine da campo e assicurando pasti caldi a chi ha perso la casa, faranno uno sforzo supplementare per preparare un pranzo all'insegna della tradizione. L'assessorato all'agricoltura della Regione Abruzzo ha acquistato 500 agnelli per il pranzo nei campi.

L'arcivescovo dell'Aquila Giuseppe Molinari celebrerà la messa nel piazzale interno della scuola allievi della Guardia di Finanza, la stessa dove ancora echeggiano i pianti sommessi e i mormorii dolorosi dei funerali solenni con quelle file di bare per 205 delle vittime del terremoto. La messa pasquale è organizzata soprattutto per gli uomini impegnati nei soccorsi, ma sarà aperta a tutti. La caserma di Coppito, diventata da una settimana il centro direzionale dell'emergenza, si trasformerà così, ancora per un giorno, nella Cattedrale della città.

Messe e pranzi pasquali saranno organizzati in tutti i 32 campi che ospitano circa 18 mila sfollati. A Villa Sant'Angelo, uno dei paesi più colpiti dal sisma, la cucina da campo, gestita dalla protezione civile di Rimini, ha preparato un menu speciale del pranzo di Pasqua: ci saranno dei crostini misti come antipasti, le tagliatelle al ragù e l'agnello con contorni di carciofi fritti. Sono arrivate colombe e uova di Pasqua. Alle 10, qui come in tutte le altre tendopoli, il parroco, don Luigi, celebrerà la Messa nella grande tenda che di solito ospita la mensa. L'altare sarà un tavolo con i paramenti sacri, alla fine della funzione liturgica, ospiterà il pranzo di sfollati e soccorritori.

Alla cerimonia delle 11 potrebbe partecipare anche il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. In visita nelle tendopoli, per fare insieme agli ospiti il pranzo nei campi è previsto il presidente della Camera Gianfranco Fini. I vigili del fuoco hanno regalato un momento di serenità anche ai bambini che si trovano nel campo degli sfollati di Bazzano: hanno anticipato di un giorno la festa portando ai bambini un uovo alto quattro metri che è stato poi rotto con i martelli. Da molte parti d'Italia è sono arrivati i primi carichi frutto della gara di solidarietà: regali per i bambini, ma anche vestiti e cibo. Il Papa ha mandato alla diocesi un'offerta in denaro, 500 uova per i bambini, calici e paramenti per la celebrazione delle Messe. Mille uova di Pasqua per i bambini dei campi sono stati regalati dalla Polizia.

E una Pasqua particolare sarà trascorsa anche dalle migliaia di persone dell'Aquila e dintorni che sono ospitati nei vari alberghi della costa: una sistemazione forse più comoda ma forse più dolorosa per chi è dovuto fuggire senza neanche metabolizzare quanto stesse accadendo.

Questa sera, nelle innumerevoli tendopoli, si celebreranno veglie pasquali improvvisate: un sacerdote, a volte un cero, qualche sedia o panno per sedersi sul prato. Si celebreranno messe ai campi di Paganica, Pizzoli, Pianola, Bagno. E poi a Onna, paese martire di questo terremoto, un quarto degli abitanti morti sotto le macerie e tutti gli edifici distrutti, compresa, ovviamente, la chiesa.

Tutto mentre il conteggio delle vittime continua a salire e la terra continua a tremare. Altri corpi estratti dalla macerie mentre i soccorritori spostano massi, travi e macerie con la stessa grinta e speranza del primo giorno, anche se - e lo sanno bene - ogni ora che passa il miraggio di una vita salvata si fa sempre più irraggiungibile. Nuove scosse di terremoto, più o meno forti, con epicentro più o meno vicino alle città già devastate, scuotono ancora animi e nervi di chi, da ormai quasi una settimana è stato strappato alla propria vita, ai propri cari, alla propria normalità. Non basterà una Pasqua a ridare la pace, ma sarà un primo passo per una lenta resurrezione dell'Aquila e della sua gente.

Le immagini più significative dalla terribile scossa delle 3.32 del 6 aprile :


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