Dolore e commozione ai funerali delle vittime del terremoto

Cronaca
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Il bilancio è salito a 289, tra questi 20 bambini. I dispersi sono oltre una ventina. Altissimo il numero dei feriti: 1.600 circa di cui 179 gravi. Gli sfollati sono circa 29mila. Oltre 17mila sono stati sistemati nelle 31 tendopoli

L’Italia intera si è fermata oggi a piangere le vittime del terremoto che ha scosso l’Aquila. 5mila persone hanno assistito ai funerali solenni di 205 delle 289 persone rimaste sotto le macerie la notte tra il 5 e il 6 aprile scorso.

Duecentocinque bare allineate su quattro file nell'ampio piazzale della caserma della Guardia di Finanza a Coppito dell'Aquila, molte sormontate da quelle piccole e bianche dei bambini morti con uno dei genitori; il più giovane Antonio, cinque mesi, in una cassa di meno di mezzo metro, posta sopra quella della madre Darinca.

Il piazzale è stato così trasformato per l'occasione in una grande chiesa a cielo aperto, affollato fin dalle prime ore del mattino. Qui i parenti, gli amici, ma anche i vigili del fuoco e gli uomini della protezione civile insieme a tutti i volontari che hanno dato il proprio aiuto in questi giorni, hanno assistito in rigoroso silenzio all’ultimo saluto alle vittime del sisma.

Sulle venti casse dei piccoli, un giocattolo, un numero di identificazione, il nome, un'orchidea, un fiore giallo. Su quelle dei più grandi una foto, la maglia della squadra preferita, una rosa.
La cerimonia è iniziata alle 11.00, subito dopo l'arrivo delle autorità: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il premier Silvio Berlusconi, i presidenti di Senato e Camera Renato Schifani e Gianfranco Fini, il leader dell'opposizione Dario Franceschini con Piero Fassino, Paolo Ferrero, Rosy Bindi, Paolo Cento e Lorenzo Cesa; per il governo anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni e i sottosegretari Gianni Letta e Paolo Bonaiuti.

Tutt'intorno decine e decine di volontari con le loro casacche gialle e arancioni, quasi a voler contrastare il diffuso viola del lutto. Più in là nelle città ferite, il lavoro dei volontari tra cumuli di macerie, e le squadre anti sciacalli, per garantire ai sopravvissuti la dignità di un futuro.
E ancora scosse, anche durante il funerale, quasi tutte strumentali, una sola di magnitudo 2.5.

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