Scuola. Studenti uniti contro il voto in condotta

Cronaca
scuola-proteste

Dopo la manifestazione delle Cgil e il “No Gelmini Day”, si mobilitano i sindacati studenteschi. Si inizia il 4 ottobre con “Balle e Pupe”, il 10 ottobre più di 60 cortei in tutta Italia. Ma c’è anche chi difende la riforma e attacca la casta dei docenti

di Chiara Ribichini

Dopo la manifestazione della Cgil contro le scelte politiche del governo del 27 settembre e il “No Gelmini Day” di ieri, una manifestazione spontanea che ha però incassato l’appoggio della Flc Cgil, oggi scendono in piazza contro la riforma del sistema scolastico l’Italia dei Valori  e Unicobas. E domani tocca agli studenti. Dall’inizio dell’anno scolastico nelle aule, nei corridoi, ma anche nei forum e nei blog, i ragazzi si parlano e si organizzano. Una serie di iniziative già ci sono state sia nelle scuole che per le strade di diverse città italiane, ma ora le proteste contro il piano Gelmini entrano nel vivo. Sabato davanti alla sede del Ministero dell’Istruzione di Roma andrà in scena “Balle e Pupe”, uno spettacolo provocatorio in stile anni ‘50 organizzato dal sindacato la Rete degli Studenti Medi. Si tratta in realtà di “un sit-in contro il ritorno alla scuola del passato auspicato dal ministro Gelmini” ci dice Luca De Zolt, appartenente all’esecutivo nazionale. “Il 19 settembre abbiamo già lanciato l’emergenza ballismo perché il piano Gelmini non contiene proposte ma solo balle che riportano la scuola indietro di 50 anni. Le nostre iniziative si rivolgono non solo agli studenti, ma a tutti gli italiani che guardano con nostalgia la scuola del passato, credendo che ripristinandola si possano risolvere i problemi di oggi”. Precede la mobilitazione un’opera di informazione. “Stiamo preparando il kit dello studente, un libriccino contenente le 10 balle del ministro Gelmini. Le persone devono conoscere la verità”. Aria di fermento anche nell’altro sindacato degli studenti: l’Unione degli Studenti. Anche loro, come la Rete degli Studenti, si dichiarano apartitici, ma tendenzialmente di sinistra. “Abbiamo indetto una mobilitazione nazionale per il 10 ottobre – afferma il coordinatore nazionale Roberto Iovino – Ci saranno più di 60 cortei in tutta Italia. Speriamo di superare i 250 mila studenti che più o meno un anno fa sono scesi in piazza contro il ministro Fioroni”. Del piano Gelmini contestano innanzi tutto “i tagli previsti, l’abbassamento dell’obbligo scolastico a 14 anni e il maestro unico. C’è un’idea di regressione in tutto questo, da qui Jurassic School (il volantino distribuito dall’Uds il primo giorno di scuola, ndr). La scuola del libro cuore, che piace tanto alla Gelmini ci fa venire la pelle d’oca”. Inaccettabile per l’Uds anche il ritorno del voto in condotta. “Non è la soluzione al bullismo. La norma che permette di bocciare uno studente che ha commesso un reato già c’è nello statuto degli studenti e delle studentesse. Il voto in condotta è uno strumento pericoloso in mano ai docenti. Così oggi succede che i nostri insegnanti minacciano di mettere il 5 in condotta a chi partecipa agli scioperi”. E promette: “Come recita il nostro slogan il 10 ottobre è solo l’inizio”. Il ritorno del voto in condotta accende gli animi di tutti gli studenti, anche di quelli che fondamentalmente si dichiarano favorevoli al piano Gelmini. “E’ giusto che venga considerato il comportamento degli studenti, ma i professori non sono in grado di valutare un allievo”, ci dice il responsabile nazionale di Azione Studentesca Michele Pigliucci. “Noi chiediamo che sia introdotto un comitato di docenti e studenti su base provinciale che valuti i ragazzi. Il voto in condotta non può essere una soluzione al bullismo. Il bullismo o è un atteggiamento, e in questo caso la soluzione è nella funzione educativa della scuola, o è un reato, e quindi non si affronta in classe ma in tribunale”. Per il resto la riforma Gelmini trova consensi nei ragazzi di Azione studentesca, un’organizzazione che nasce dal Fronte della Gioventù ma si dichiara indipendente. “Punto assolutamente positivo della riforma è il blocco della riedizione dei libri scolastici. Più in generale il piano Gelmini è un tentativo di introdurre un po’ di meritocrazia nella scuola. Il nemico del cambiamento oggi è la casta dei docenti. Per questo motivo noi stiamo raccogliendo firme a livello nazionale per far licenziare tutti i docenti. Si tratta di un’azione provocatoria. Gli insegnanti di oggi non hanno autorità perché sono figli del ’68. Per noi la soluzione della scuola è pochi docenti ma bravi. Per questo ben vengano i tagli e il maestro unico”.

Il voto in condotta è uno strumento utile contro il bullismo? DISCUTINE NEL FORUM

Cronaca: i più letti

[an error occurred while processing this directive]