Festa di San Francesco di Lula negli scatti di Massimo Locci

Sardegna

Sino al 31 dicembre all'Isre l'esposizione del fotoreporter

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Il santuario del San Francesco di Lula, dove si svolge una delle feste campestri tra le più caratteristiche della Sardegna, racchiuso in 45 scatti del fotoreporter Massimo Locci nella mostra fotografica curata da Salvatore Ligios, che rimarrà in esposizione da oggi e fino al 31 dicembre negli spazi dell'Isre a Nuoro.
    Locci, 35 anni di carriera nel mondo del giornalismo, tra l'Unione Sarda e La Nuova Sardegna e con pubblicazioni in prestigiosi quotidiani e periodici nazionali e internazionali, è stato chiamato a realizzare il reportage all'interno di un progetto della Diocesi di Nuoro sulla festa di san Francesco di Lula, in cui porta i suoi migliori scatti all'attenzione del pubblico.
    Un progetto fotografico di alto livello che propone volti, luoghi e tradizioni di un mondo fatto di devozione e accoglienza e ripercorre il cammino dei pellegrinaggi da Nuoro a Lula nella notte tra il 3 e il 4 ottobre. "Il nostro diario d'autunno racconta una festa di San Francesco lieve delicata intima - spiega il vescovo di Nuoro Antonello Mura nel testo introduttivo al catalogo che presenta l'esposizione -. Il fascino dell'evento antico è rimasto intatto grazie a un santuario inserito all'interno di una natura amabile e attraente".
    L' autore della mostra spiega il senso del progetto che ha portato a termine: "In questo lavoro ho concentrato le mie attenzioni solo sulla parte della festa di San Francesco che si svolge a ottobre e non in quella di maggio che è più partecipata e anche più fotografata. E' un momento di devozione e di festa che rimane più intimo e che è stato negli anni maggiormente trascurato dal punto di vista della documentazione fotografica: dal pellegrinaggio notturno ai fuochi per riscaldarsi fino alla cerimonia religiosa e alla cena di comunità. E' un momento ristretto, intimo che racconta l'essenza di un territorio tra religione, accoglienza e convivialità", conclude Locci.
    "Le tradizioni popolari, religiose e laiche, nel ciclico ripetersi dei riti sembrano uguali e allo stesso tempo diverse - sottolinea il curatore dell'esposizione Salvatore Ligios - Raccontare un evento a cadenza annuale pone sfide e timori, Massimo Locci ha accettato con entusiasmo. Ne è venuto fuori un' esperienza autentica e suggestiva".
   

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